voci di donne 2016
Quando sono partita dal Perù ero sola , vedevo dal vetro dell’aeroporto i miei che mi facevano i saluti ed è una cosa che ti fa venire il magone in gola; eppure dovevi farti coraggio e dare loro un sorriso perché era brutto se ti vedevano partire con le lacrime sul viso.Poi, senza accorgerti, eri già dentro l’aereo con tanta gente che non conoscevi e volavi verso un mondo sconosciuto, che magari avevi letto nei libri oppure qualcuno ti aveva parlato della vita in Italia e del lavoro che non era quello che facevi al tuo paese
Siamo arrivati a Malpensa alle nove di sera , faceva troppo freddo e c’era molto buio: In quel momento ho sentito un sentimento di paura, di tristezza, di solitudine e molti altri sentimenti difficili da spiegare.Magari fu perché era la prima volta che mi separai dalla mia famiglia e non avevo nessuno in questo paese.
Da Milano prendemmo il treno per raggiungere Torino e da Porta Nuova prendemmo un taxi per arrivare a casa. Una volta arrivati fu un altro choc per me: la casa era troppo piccola.Ho passato il primo mese così triste , senza uscire di casa, anche se mio marito ha fatto l’impossibile per farmi uscire da questa situazione. Ma dopo la notizia della mia prima gravidanza , tutto è cambiato, cominciai ad uscire , a frequentare gente e ho cominciato anche a imparare la lingua piano, piano.
La prima cosa che mi è piaciuta è stata la pizza che ho mangiato sull’autostrada tra Milano e Torino e la casa che era piccola, ma bella e ordinata.La prima difficoltà è stata la lingua italiana , allora ho cominciato a guardare la televisione e scrivere qualsiasi parola che sento.Ho fatto amicizia con la mia vicina di casa e grazie a lei posso cucinare tante ricette italiane.
Mi ricordo che avevo 13 anni quando i miei genitori sono partiti da casa: ero una bambina che cominciava a imparare tante cose senza i suoi genitori. Ero troppo piccola per sapere quanto sono importanti i genitori per la crescita di una bambina.Con il tempo sentivo sempre più la loro mancanza ; tutte le vacanze venivo da loro, in Italia, per passare un po’ di tempo insieme, ma non mi bastava quel tempo, era sempre troppo poco.Per anni ho viaggiato da sola , con il pullman, dalla Romania a Torino; è stato brutto, ma penso che questo mi ha aiutato a maturare e vedere con altri occhi la vita.
Se vogliamo parlare della sofferenza della donna straniera appena lasciato il suo paese , dobbiamo pensare che arriva con tanta felicità , speranza e piena di energia e desideri di cose da vivere e da fare, da raggiungere e da essere.Ma arrivando in Italia trova le cose diversissime da quello che le hanno raccontato:non può uscire da sola perché ha paura di perdersi,non può chiedere le informazioni perchè non sa la lingua,non può comperare perché non sa comunicare .
La vita è cara , ci vuole i soldi , il tempo passa , bisogna fare qualcosa , il tempo stringe. La scelta è una sola : bisogna lavorare . “Senza lingua” cerca di fare il corso serale per imparare l’italiano . Quale lavoro può fare? Badante, donna di servizio, pulizie,lavori nei campi o al mercato, anche se ha un titolo di studio . e al suo paese faceva lavori migliori.
Abbiamo parlato di donne sole, adesso vogliamo parlare delle donne sposate che raggiungono i mariti in Italia : le più fortunate hanno il marito che le aiuta a integrarsi , ma ci sono anche quelle meno fortunate con i mariti che vogliono le donne come una volta : fare figli e badare al marito e alla casa . Se escono devono essere accompagnate dal marito quando “ha tempo”.
Ma ci sono anche vie d’uscita, ad esempio la nostra associazione Manal che ha aiutato tante donne ad affrontare la nuova vita imparando la lingua italiana in modo semplice, e poi a prendere la terza media, così la donna straniera ha un diploma in mano che può aiutarla ad affrontare il mondo esterno .
Sapere la lingua le da la possibilità di lavorare , aiutare i figli a studiare , andare al cinema o guardare alla tv i programmi preferiti, comunicare che cosa le piace e che cosa non le piace , stare in mezzo agli altri, insomma avere una personalità completa.