Libri antichi

Tra i libri antichi presenti nella nostra biblioteca alcuni meritano di esser segnalati in modo particolare poiché oltre ad essere rarissimi si riferiscono o trattano di  personaggi che hanno reso lustro alla nostra cittadina; inoltre sono stati basi importanti per lo sviluppo delle nostre ricerche e che riteniamo possano ancora contribuire per futuri studi e approfondimenti.

Il testo più antico presente è    L’Istoria de’ fatti di Cesare Maggi da Napoli,  del Contile, stampata a Pavia nel 1564 è  una notevole opera contemporanea, perché narra fatti dei quali l’autore fu testimone e per i quali potè raccogliere testimonianze di altri, stando alla corte del Vasto e di don Ferrante Gonzaga. Essa  fu dedicata Al Serenissimo et catolico Re di Spagna Filippo “primo re del mondo”, perché vi si tratta di un capitano, il quale per più di cinquant’anni aveva militato quasi sempre sotto le insegne spagnole prima con  Carlo V e poi di Filippo II. L’opera è divisa in quattro libri, attraverso i quali il Contile segue via via il Maggi nelle  sue varie imprese militari e termina con una breve  indagine genealogica dove l’autore arriva addirittura a trovare  antenati del condottiero  nelle Storie di Livio. Non è del nostro compito indagare il valore o la fedeltà storica del Contile in questa sua opera. L’intento propostosi dal  Contile fu di rivendicare e mettere in luce i meriti dell’amico, valoroso veterano di tutte le guerre che nella prima metà del 500 turbarono l’Italia, poiché gli sembrò che la parte avuta dal Maggi in quegli avvenimenti fosse stata dagli storici trascurata, o leggermente accennata; mentre invece il valore e l’esperienza del Maggi gli parevano degni di un lungo racconto.

A far compagnia alla cinquecentina del Contile, abbiamo uno dei  due trattati di tecnica militare elaborati da Giorgio Basta,  Il maestro di campo generale. . Questi trattati furono durante il corso del sec. XVII tra le principali fonti dell’istruzione militare. Il maestro di campo generale, pubblicato a Venezia nel 1606, tradotto a Francoforte in francese (1607) e in tedesco a Oppenheim (1617), ebbe numerose ristampe durante tutto il secolo, nella nostra Biblioteca è presente l’edizione del 1606. Al momento del Giorgio Basta sappiamo che fu condottiero imperiale nei Paesi Bassi servizio di Giovanni d’Austria  e  di Alessandro Farnese poi. Passato agli Asburgo, sotto di Rodolfo II  comandò le forze imperiali in Ungheria contro i turchi e successivamente contro le truppe del card. Báthory (1599), del voivoda Michele (1600) e per ultimo l’armata polacca (1601) per il possesso della Transilvania, che assoggettò ad un regime sanguinario e tirannico, innescando alla fine una rivolta popolare antiasburgica. Fatto conte  di Hust, Basta fu perciò richiamato a Praga, dove reclamò invano il saldo dei suoi crediti. A riguardo del Basta occorre segnalare che se per le sue origini albanesi non vi sono dubbi, molte incertezze riguardano Volpiano (TO) o Roccaforzata (TA) come  luogo di nascita.

Non poteva mancare tra i nostri “tesori”: l’edizione originale di uno dei più rappresentativi testi che riguardano lo studio della vita e l’opera di Guglielmo da Volpiano:  il “Sancti Willelmi, Divionensis Abbatis et Fructuariae Fundatoris Operadi Eugenio De Levis, pubblicato a Torino nel 1797. Il libro, scritto in latino,  oltre a riportare le pagine del  manoscritto millenario di Rodolfo il Glabro contiene la trascrizione di alcune  lettere che Guglielmo da Volpiano ha inviato a persone a lui vicine (quella inviata al padre) o a importanti personaggi del suo tempo. Il testo oggi rarissimo è ancora oggetto di studio, in particolare circa l’originalità e la fondatezza della corrispondenza di Guglielmo  e  vanta numerose segnalazioni nelle bibliografie di testi nazionali ed internazionali a riguardo di  studi monastici.

Per ultimo, di questa presentazione, segnaliamo la presenza completa  di una importante collana riguardante il nostro territorio canavesano:  “Passeggiate nel Canavese.

Il corografo canavesano BERTOLOTTI Antonino  tra il 1867 e il 1878 elabora la sua opera più importante: “Passeggiate nel Canavese”, una collana di otto volumi. Vi descrive quasi duecento comuni e località in modo minuzioso, andando ben oltre la stesura di una guida che abbracciasse tutto il Canavese. Lombardorese di nascita (Lombardore, 16.3.1834),  nel 1880, fu nominato direttore dell’Archivio di Stato di Mantova, fu libero docente in paleografia presso l’università di Roma e socio di numerose Accademie italiane e straniere (morì a Mantova il 22.5.1893). La sua figura è l’esempio dell’erudito ottocentesco, curioso del mondo e, in particolare, del suo territorio natio. Per realizzare la collana egli visita personalmente tutti i luoghi canavesani utilizzando per gli spostamenti anche l’allora moderna ferrovia. Il suo intento è descrivere i  luoghi, i fatti e le genti del territorio allo scopo di  incuriosire il lettore e spingerlo a conoscerli. Il Bertolotti propone un percorso nel paesaggio canavesano all’indomani dell’unificazione nazionale, offrendoci una descrizione sintetica e chiara di questi luoghi nel culmine della vita rurale.

Oltre a questi testi presso la Biblioteca sono presenti altri importanti libri veniteci a trovare  Vi aspettiamo