La Goccia

Per noi ha un significato particolare chiamarci “La goccia…”

   Questo termine, infatti, ci rimanda al Preludio n.15 di Fryderyk Chopin, noto come “La goccia” perché percorso interamente dal regolare ribattuto di una nota centrale (da cui il soprannome di “goccia d’acqua”) che si insinua nell’armonia della mano sinistra. Per noi è il simbolo del desiderio profondo dell’uomo di essere sempre sé stesso, pur dentro l’evolversi travolgente della vita, evolversi positivo o negativo, lieto o drammatico che sia. Ma quella nota singola è sempre lì e giganteggia nell’animo umano. 

   Don Bernardino Reinero, una delle figure di riferimento dell’associazione, scrisse a proposito di questo preludio: “Tra i molteplici sentimenti che attraversano il cuore umano, un’infinità, ce n’è uno, Uno! che poi domina tutti. C’è un famoso preludio di Chopin intitolato La goccia. Qualcuno di voi lo conoscerà… dura quattro minuti. E’ sorprendente. C’è una nota, un “si”, che torna sempre. Prima c’è la melodia, alta, poi c’è la melodia drammatica, bassa, e c’è sempre questo “sì”, sempre, sempre, sempre, sempre, sempre! Quella domanda che ogni uomo si porta dentro, consapevolmente o inconsapevolmente. E la domanda è: che cosa c’entra quello che mi sta capitando in questo momento con il tutto?(1)

   E don Luigi Giussani, l’uomo che ha insegnato a molti di noi il gusto e il significato di quello che noi chiamiamo “caritativa” verso le persone a cui facciamo compagnia, aggiungeva queste parole, in un suo noto commento al preludio: “Quella è la nota che dal principio alla fine domina e decide del significato di tutto il brano di Chopin, che decide dal principio alla fine cos’è la vita dell’uomo: sete di felicità. Qualunque cosa ti piaccia, ti attiri e desideri, al momento ti fa lieto, ma subito dopo passa. Eppure c’è una nota che rimane intatta, con qualche leggera mutazione, ma dal principio alla fine rimane intatta nella sua profondità e, nella sua semplicità assoluta, nella sua univocità, domina tutta la vita: la sete di felicità. Quella è la nota della vita.(2)

  1. Da Adriano Moraglio, Come orizzonte, tutto, Effatà (2001) pag. 317
  2. Da Luigi Giussani, Spirto gentil, BUR saggi (2011), pagg. 242-243