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L’associazione La goccia di Lube opera dal 2018 accanto a chi vuole ricominciare nella propria vita con serietà, lealtà e impegno dopo aver vissuto l’esperienza – dura, faticosa, spesso umiliante – della restrizione della libertà: prima in carcere poi al di fuori, con le cosiddette misure alternative. Non ci occupiamo di carcere o di carcerati, ma di chi sta scontando la pena fuori. Il nostro obiettivo è realizzare progetti per favorire il reintegro di queste persone nel mondo del lavoro. Noi chiamiamo questa nostra attività “azione caritativa”. Questo obiettivo ha preso ora una forma precisa, si chiama Progetto Impresa Accogliente

Il brand Impresa Accogliente ideato da Massimiliano Manera

e vuole, da una parte, preparare al meglio verso il lavoro le persone che prendiamo in carico, dall’altra, andare “a caccia” di posti di lavoro andando alla ricerca di imprenditori “accoglienti” e lungimiranti da offrire ai nostri “utenti”. Si veda nella sezione delle News la notizia sulla conferenza stampa di presentazione del Progetto.

Un momento della conferenza stampa di presentazione del progetto “Impresa Accogliente”

Le persone che seguiamo sono principalmente soggetti che stanno scontando all’esterno la propria condanna (specie nella parte finale della pena) – con l’assegnazione in prova al servizio sociale, o con la detenzione domiciliare, o con la “messa alla prova” invece di essere sottoposte a procedimenti giudiziari per reati minori – Su di loro si sta concentrando il nostro sforzo. Noi lavoriamo, in  buona sostanza, per persone – adulti o giovani adulti – che sono in vario modo sottoposte a restrizioni della libertà e che nel loro percorso verso una vita normale  sono seguite da un ente della giustizia che si chiama Ufficio esecuzione penale esterna, in sigla Uepe (gli adulti) e Ufficio servizio sociale minorenni (Ussm) – i giovani adulti – in coordinamento con il Centro Giustizia Minorile (Cgm). Le persone che seguiamo rappresentano un fenomeno per lo più sconosciuto o trascurato che riguarda sempre più soggetti nel nostro Paese e nei territori dove noi operiamo. Si pensi che nella regione Piemonte, nel 2022, sono state 4.765 le persone in affidamento al servizio sociale o in detenzione domiciliare seguite da tutti gli Uepe territoriali e che nel 2023 tra Torinese e Astigiano, aree di competenza dell’Uiepe torinese, sono stati 2.800 gli adulti interessati da pene alternative e oltre 2.700 l’anno precedente. Numeri che fanno capire che nelle nostre comunità c’è una categoria di persone che vive tra noi con restrizioni della libertà e che presto potranno essere libere al cento per cento. Non dobbiamo forse occuparci di questa realtà, per il bene loro e per il bene di tutti?

Le persone seguite dall’Uiepe, dall’Ussm e da noi sono soggetti particolarmente fragili perché oltre alle restrizioni della libertà devono trovare un lavoro che permetta loro di mantenersi e vivere nella società, con i problemi di tutti i “liberi”. Un aiuto a questo riguardo è il lavoro, come principale strumento per favorire l’abbattimento del fenomeno della recidiva di reati.

La goccia di Lube opera in convenzione con l’Uiepe e con l’Ussm. I volontari dell’associazione svolgono la loro attività  di presa in carico delle persone di cui hanno ricevuto segnalazione e di ricerca di opportunità di lavoro esclusivamente  per conto e su mandato dei due enti della giustizia. Cioè non operano per conto proprio. Dopo le segnalazioni dell’Uiepe e dell’Ussm i volontari svolgono colloqui per poi orientare le persone incontrate lungo un percorso di ricerca del lavoro e offrendo opportunità di occupazione tramite una propria sezione chiamata “Gruppo ricerca lavoro” (Grl) che entra in rapporto con gli imprenditori tramite collaborazioni stabili con le organizzazioni datoriali, con i centri per l’impiego pubblici, con l’agenzia Adecco e con alcuni importanti enti di formazione. I volontari si offrono come “accompagnatori” dello sforzo di ripresa delle persone che incontrano in un clima di relazione continua, anche passando attraverso fallimenti o iniziative non andate a buon fine. Lo scopo è rilanciare, sempre, alla ripresa, al ricominciare….

Lucia Mina nel giorno del suo matrimonio

Molti sono incuriositi dal nostro nome. Nella sezione “Chi siamo” , al paragrafo “La goccia” di questo sito è detto che il termine “goccia” fa riferimento al preludio n.15 di Chopin. Ma occorre spiegare perché “di Lube”. “Lu” è l’inizio del nome Lucia, una giovane donna che nel novembre del 1994, durante la tragica alluvione che aveva colpito il Piemonte, fu travolta da una frana caduta sulla sua casa a San Raffaele Cimena, in provincia di Torino. Il suo corpo protesse la piccolissima figlia, che rimase illesa. In questo avvenimento vediamo anche il simbolo della “protezione” che vogliamo dare ai nostri “assistiti”.

“Be” è l’inizio del nome di Bernardino, don Berna (qui sotto a lato), figura importante per molti nostri volontari – specialmente per Walter Beccaria e sua moglie Marcella Ravera, iniziatori di questa associazione – la cui figura è descritta nel paragrafo dedicato alla “goccia”.

“Don Berna” in una sua tipica espressione di esultanza

Marcella Ravera è stata la prima presidente ed è attualmente presidente onorario. Adriano Moraglio è il nuovo presidente, mentre il ruolo di vice è stato assunto da Dario Valenzano.  Fanno attualmente parte del direttivo, oltre a Moraglio e Valenzano, anche i consiglieri Paolo Jorio, Marcella Pilatone, Antonello Sechi, Giovanni Franzone e Paolo Stanchi. Nell’ambito del Progetto Impresa Accogliente, Bianca Maria Eula e Silvia Lessona, sono invece le due coordinatrici dell’iniziativa. La prima per le prese in carico delle persone, la seconda per la ricerca di posti di lavoro. Attorno a loro gravitano i 32 volontari de La goccia di Lube.

L’associazione, in quanto ente del Terzo Settore, può accedere ai fondi del 5 per mille per finanziare le sue attività e i progetti di lavoro.

È possibile sostenerla segnalando nelle dichiarazioni dei redditi il codice fiscale 90026890013