QUANTI MESI DI MALATTIA CON LA DEPRESSIONE
L’acronimo ied vedi link
indica un supplemento del quotidiano online http://thewam.net
edito dall’azienda italiana Aplus srl, che realizza notizie e approfondimenti su disabilità, assistenza sanitaria, welfare e diritti del cittadino. Risorsa è grata a Ied per questo articolo che descrive in modo puntuale e dettagliato non solo il periodo di aspettativa retribuita per la patologia depressiva, ma anche diritti e obblighi per i lavoratori, come deve essere richiesta la malattia al datore di lavoro e come funziona per l’invalidità civile. Esiste anche la versione audio dell’articolo, corredato poi con le FAQ e la possibilità di interagire con i canali social di Ied, reperibili sul suo portale.
Risorsa stima che la depressione sia una delle forme più comuni tra i problemi di salute correlabili al mobbing e denunciati dalle quasi 200 persone che si sono presentate allo Sportello d’ascolto e orientamento di Risorsa tra il 2014 e il 2022. Essa copre il 23% di tutti i disturbi fisici e psicologici denunciati e si manifesta con la forma minore delle “somatizzazioni” o con la forma della vera e propria “depressione maggiore”. Si può considerare come la conclusione di un iter doloroso, provocato dal mobbing, che inizia con insonnia, ansia e stress, mancanza di autostima e prosegue con attacchi di panico, dissociazioni della personalità.
Fonte: invaliditàediritti.it – articolo della redazione – 23/8/23
Link all’articolo completo: https://invaliditaediritti.it/quanti-mesi-di-malattia-con-la-depressione/
Sintesi e commenti a cura della redazione Risorsa
Ecco quindi la sintesi dell’articolo:
È ovvio da decenni che la depressione sia una malattia e che comporti anche il riconoscimento di percentuali di invalidità. Ma verifichiamo nel dettaglio, rispetto alle assenze per malattia, cosa dispone la legge.
La depressione
La depressione è dunque per la legge come una malattia qualunque, con le stesse garanzie previste per altre patologie. Quando viene diagnosticata dal medico curante e giudicata un ostacolo per le attività lavorative, garantisce al lavoratore il diritto all’astensione dal lavoro con retribuzione. La depressione maggiore si distingue per l’intensità dei sintomi. Che possono includere:
Forte sensazione di tristezza e insoddisfazione
Perdita di interesse per le attività quotidiane
Pensieri negativi continui
Fluttuazioni di peso
Disturbi del sonno
Quanti mesi di malattia con la depressione?
La depressione, come già evidenziato, dà diritto all’astensione dal lavoro con retribuzione. Il periodo di guarigione viene stabilito dal medico curante e indicato sul certificato medico.
Tuttavia, bisogna considerare il “periodo di comporto”, che determina quanto tempo un lavoratore può assentarsi dal lavoro per malattia e mantenere il proprio posto:
3 mesi se l’anzianità di servizio è meno di dieci anni
6 mesi se l’anzianità supera i dieci anni
Per avere certezza sul periodo massimo di malattia per depressione, è comunque essenziale verificare il proprio contratto di lavoro.
Assenza dal lavoro per depressione: come richiederla?
Se sospetti di soffrire di depressione e senti il bisogno di astenerti dal lavoro, ecco come procedere:
-Informa il datore di lavoro: comunica tempestivamente al tuo superiore o al reparto risorse umane la tua situazione.
-Contatta il tuo medico curante: dovrai farlo entro il giorno dell’assenza o entro due giorni. Il medico, dopo la valutazione, fornirà un certificato telematico all’INPS.
-Invia il numero di protocollo al datore di lavoro: questo numero, fornito dal medico, andrà inviato alla tua azienda per definire il periodo di assenza.
Depressione e invalidità civile
La depressione è riconosciuta come una patologia che può portare a diversi gradi di invalidità. Questo implica che, a seconda della gravità, possono esserci delle percentuali d’invalidità riconosciute, come mostrano le tabelle ministeriali:
Sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%;
Sindrome depressiva endoreattiva media: 25%;
Sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31% al 40%;
Sindrome depressiva endogena lieve: 30%;
Sindrome depressiva endogena media: dal 41% al 50%;
Sindrome depressiva endogena grave: dal 71% all’80%.
L’INPS, nel dettaglio, offre delle percentuali d’invalidità legate alla depressione maggiore:
Depressione maggiore moderata: dal 61% all’80%;
Depressione maggiore grave: fino al 100%.
La depressione causata dal lavoro
Se un lavoratore ritiene che la propria depressione sia dovuta alle condizioni di lavoro, potrebbe avere diritto a dei riconoscimenti specifici dall’INAIL. Ad esempio:
Stress sul lavoro;
Ambiente di lavoro negativo;
Mobbing.
Ma attenzione: è essenziale dimostrare il nesso tra le condizioni lavorative e la patologia.
L’aspettativa retribuita per disagio personale
Esiste la possibilità di chiedere un’aspettativa retribuita anche in caso di forte disagio personale:
-Può durare massimo due anni durante tutta la vita lavorativa;
-Non è automatica, ma dipende dal datore di lavoro;
-Non offre stipendio regolare e altri benefici come il TFR.
L’aspettativa per motivi personali
Questa forma di aspettativa non rientra nelle previsioni legali. Non va confusa con l’aspettativa per gravi motivi familiari. È spesso presente in alcuni contratti collettivi nazionali del lavoro (Ccnl). Per capire se si ha diritto a tale aspettativa, bisogna fare riferimento al proprio contratto o rivolgersi al sindacato.
Cosa prevede il Ccnl?
Il Ccnl protegge diversi tipi di lavoratori:
Quelli associati ai sindacati che hanno firmato il contratto.
Quelli assunti da aziende che fanno parte delle associazioni datoriali del Ccnl.
Lavoratori con specifici riferimenti al Ccnl nel proprio contratto.
Quanto dura l’aspettativa per motivi personali?
Se un lavoratore si trova in un periodo difficile, ma non a causa di una malattia, ha il diritto di richiedere l’aspettativa per motivi personali. Questa:
Non è retribuita;
Ha una durata massima di 12 mesi;
Può essere sfruttata in modo continuativo o suddivisa.
Ad esempio, nel contratto del Ccnl delle Regioni e autonomie locali, l’aspettativa per motivi personali è ben definita e si applica a chi lavora in enti come Comuni e Regioni.
Come chiedere l’aspettativa
Se nel proprio contratto è prevista l’aspettativa per motivi personali, bisogna fare una richiesta formale al proprio datore di lavoro. Questo può accettare o rifiutare la richiesta. Se la rifiuta, deve motivare la sua decisione. In caso contrario, il lavoratore può decidere di rivolgersi a un giudice. La richiesta deve contenere:
Le motivazioni personali;
La durata dell’aspettativa desiderata;
Se si desidera usufruire dell’aspettativa in modo continuativo o frazionato.
Cosa includere nella richiesta
Il modulo di richiesta deve contenere:
Dati personali;
Data di assunzione;
Tipo di contratto;
Mansione svolta;
Durata desiderata dell’aspettativa;
Motivi alla base della richiesta;
Data e firma.