MOBBING IMMOBILIARE: CHE COS’E’
Da questo articolo, che definisce il mobbing lavorativo, materia ben nota ai nostri lettori, abbiamo estratto la sola parte riguardante il caso specifico e cioè che il mobbing può manifestari in ambiti diversi da quello lavorativo.
Sapere che esiste un mobbing immobiliare o condominiale aiuta i lavoratori a sentirsi meno soli…
Fonte : laleggepertutti.it – articolo di Mariano Acquaviva 16 ottobre 2022
Link all’articolo completo: https://www.laleggepertutti.it/574019_cose-il-mobbing-immobiliare
Sintesi a cura della redazione Risorsa
Il mobbing immobiliare è la condotta persecutoria del proprietario di casa nei confronti del suo inquilino, con lo scopo di ottenere il rilascio dell’immobile senza dover attendere la fine della locazione o ricorrere allo sfratto. Detto in altri termini, si ha mobbing immobiliare (o mobbing locatizio) quando il locatore cerca in tutti i modi di mandare via il conduttore senza ricorrere alle vie legali, perché non vuole (ad esempio, intende risparmiare sull’avvocato) o semplicemente perché non può (non si può cacciare di casa l’inquilino che ha un contratto e che paga regolarmente).
Secondo la Corte di Cassazione , il mobbing immobiliare consiste «nelle pressioni, anche illegali, dei proprietari per cacciare gli inquilini allo scopo di sfruttare meglio l’immobile o in relazione ad un piano di trasformazione urbanistica».
Mobbing immobiliare: come si manifesta?
Sono diversi i modi di mettere in atto il mobbing immobiliare: si pensi al proprietario che, abitando al piano di sopra, faccia volontariamente rumore per disturbare l’inquilino che vive di sotto, oppure al locatore che mette in difficoltà il conduttore costringendolo a pagare il canone in contanti e a consegnarglielo in un luogo distante.
Secondo la sentenza della Cassazione sopra citata, il mobbing immobiliare può manifestarsi anche attraverso continue diffide legali, più o meno fondate, inviate solo per convincere il conduttore ad abbandonare l’immobile.
Mobbing immobiliare: c’è risarcimento dei danni?
Per la giurisprudenza, il mobbing immobiliare dà diritto al risarcimento dei danni, esattamente come avviene per il mobbing in ambito lavorativo. Per la precisione, il conduttore può agire giudizialmente per ottenere il risarcimento ove sia in grado di dimostrare che tali condotte abbiano avuto come unico scopo quello di indurlo a porre fine al vincolo contrattuale.
Per chiedere e ottenere il risarcimento, quindi, l’inquilino deve dimostrare:
la pluralità di condotte del locatore;
il fine unico che univa tali azioni, consistente nel tentare di ottenere il rilascio dell’immobile.
Mobbing condominiale: cos’è?
Il mobbing immobiliare che si verifica in condominio prende, appunto, il nome di “mobbing condominiale”. Con tale terminologia, però, ci si può riferire anche alla condotta vessatoria dei condòmini nei confronti di un loro dipendente, come ad esempio il portiere o il giardiniere, col fine di indurlo alle dimissioni.
Secondo la Cassazione , in questi casi, è difficile aversi mobbing a causa della frammentazione del condominio-datore di lavoro in una pluralità di singoli datori di lavoro (impersonati dai condòmini), che si interfacciano con il dipendente anche per il tramite dell’amministratore. Nel caso di mobbing in ambito condominiale, quindi, è difficile ottenere il risarcimento dei danni, a meno che la condotta vessatoria non sia chiaramente posta in essere dai pochi proprietari del fabbricato (si pensi al condominio minimo composto da sole due unità immobiliari) oppure in via esclusiva dall’amministratore.