COME DIMOSTRARE IL MOBBING SUL LAVORO
I nostri assistiti sanno già cos’è il mobbing, ma non tutti sanno come dimostrarlo: l’articolo proposto lo dettaglia molto bene
Fonte: proiezionidiborsa.it – sezione diritto e fisco – articolo di Francesco Fiore – 15 settembre 2022
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Sintesi a cura della redazione Risorsa
Il mobbing sul lavoro costituisce un reato particolarmente difficile per chi lo subisce. Infatti, intanto a porre in essere l’attività di mobbing sono datore di lavoro e colleghi. Persone, cioè, dalle quali ci si aspetterebbe, invece, collaborazione, comprensione e tutela. Infatti, moltissime persone passano al lavoro una gran parte della loro giornata. E invece di trovare un ambiente accogliente e stimolante, si ritrovano ad affrontare gravissimi comportamenti da parte di capo e colleghi. Il secondo motivo per cui il mobbing è un reato particolarmente difficile è costituito dal fatto che la maggior parte delle persone non sanno come affrontare questa situazione. Non tutti sanno, infatti, cosa fare o a chi rivolgersi oppure anche come dimostrare il mobbing. Molti non sanno nemmeno che i comportamenti posti in essere da colleghi e datore siano un reato.
Che cos’è e come riconoscerlo
Per sapere come dimostrare il mobbing sul lavoro bisogna sapere, prima di tutto, cosa sia effettivamente il mobbing. La giurisprudenza è arrivata a definire il mobbing come l’insieme di comportamenti, anche apparentemente legittimi, tenuti da colleghi e datore di lavoro. Questi comportamenti hanno la finalità comune di danneggiare la vittima. Non tutti i comportamenti di datore di lavoro e colleghi, con cui non siamo d’accordo, costituiscono mobbing. Ad esempio, la giurisprudenza ha spiegato che più provvedimenti disciplinari a distanza ravvicinata non costituiscono mobbing, quando non pretestuosi e basati su azioni del dipendente. Ad ogni modo, ad oggi, la giurisprudenza ritiene che ci sia mobbing quando ricorrono 4 condizioni. La prima è costituita da una serie di comportamenti diretti a provocare un danno alla vittima. Il secondo elemento è di tipo soggettivo, cioè questi comportamenti devono avere la finalità di causare un danno alla vittima di mobbing. Il terzo elemento è quello del danno, cioè questi comportamenti devono essere capaci di fare danno a chi li subisce, all’onore, alla dignità, alla salute della persona vessata. L’ultimo elemento, più tecnico, è il collegamento tra i comportamenti e il danno subito. Va provato in giudizio che sono stati proprio quei comportamenti a causare il danno (alla salute, dignità, onore e così via) alla persona. Quando ricorrono questi 4 elementi abbiamo il mobbing, punito come atti persecutori dall’articolo 612 bis del codice penale.
Come dimostrare il mobbing sul lavoro
Dunque, per dimostrare il mobbing sul lavoro, la giurisprudenza richiede alla vittima di dare la prova di questi 4 elementi. Nel tempo, i giudici hanno fatto degli esempi pratici dei singoli elementi costitutivi del mobbing. Ad esempio, con una sentenza, 28098 del 2017, la Cassazione ha chiarito un punto interessante. Il fattore tempo nel mobbing è fondamentale. Non può essere considerato mobbing l’insieme di comportamenti del datore, pure in teoria illegittimi, tenuti a distanza di anni. Infatti, si ha mobbing quando i comportamenti lesivi sono sistematici, persecutori e dunque tenuti in un arco di tempo piuttosto ridotto. Se passano anni da un comportamento scorretto all’altro si potrà reagire facendo invalidare il risultato del comportamento, ma non si potrà parlare di mobbing.