PENSIONE ANTICIPATA QUOTA 41 PER LAVORATORI PRECOCI
L’articolo potrebbe essere interessante per chi rientra nelle tipologie previste e magari si trova in stato di disagio per mobbing
Fonte: notizieora.it – articolo di Stefano Calicchio -31/05/2022
Ecco cos’è e come funziona
Pensione anticipata quota 41, una soluzione che molti lavoratori precoci continuano a chiedere, ma che finora resta destinata solo a chi vive una situazione di disagio sul lavoro. L’idea alla base dell’opzione è di offrire un meccanismo d’ingresso nell’Inps indipendente dall’effettiva età raggiunta. Il pensionamento si ottiene infatti sulla sola base dell’anzianità contributiva, che deve corrispondere a 41 anni di versamenti.
Lo sconto riguarda i criteri ordinari della pensione anticipata previsti con la legge Fornero. Infatti, attualmente per poter ottenere l’assegno sulla base della propria storia contributiva è necessario attendere i 42 anni e 10 mesi di lavoro (un anno in meno per le donne). La riforma del sistema avviata dal governo Monti ha abolito la possibilità di ottenere la quiescenza con i vecchi 40 anni di contribuzione.
Pensioni anticipate quota 41: la richiesta dei lavoratori per superare il gap con le regole precedenti
Appare chiaro perché dopo l’innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione i lavoratori precoci abbiano chiesto a gran voce una soluzione per poter accedere all’Inps con maggiore flessibilità. Si tratta infatti di persone che spesso hanno iniziato a lavorare in giovane o giovanissima età e che hanno accumulato quattro decenni di versamenti sulle proprie spalle.
Ormai da anni si susseguono le proposte di legge per estendere la quota 41 a tutti i lavoratori, sebbene con scarsi esiti. Ancora oggi la discussione è al centro del dibattito politico. Ma l’esito continua a rimanere incerto, per via degli elevati costi connessi all’operazione.
L’avvento della quota 41 per i precoci che vivono situazioni di disagio
Stante la situazione, nel 2017 il legislatore ha comunque avviato un canale preferenziale di uscita con 41 anni di versamenti. Si tratta di un’opzione destinata ai lavoratori che possiedono particolari condizioni. La prima di queste prevede la maturazione di almeno 12 mesi di versamenti prima del compimento dei 19 anni di età. Il parametro implica che il periodo possa essere ritenuto valido anche con versamenti non continuativi, purché sia stato raggiunto prima del 31 dicembre 1995. L’agevolazione è aperta sia ai lavoratori del settore pubblico che di quello privato. Risulta inoltre valida anche per i lavoratori delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Si pensi, ad esempio, agli artigiani, ai commercianti e ai coltivatori diretti.
I casi previsti dalla legge per l’accesso alla quota 41
Oltre al vincolo contributivo appena evidenziato, i lavoratori che desiderano usufruire della pensione anticipata quota 41 devono rientrare all’interno di uno dei profili di tutela.
Il primo prevede lo stato di disoccupazione a seguito della cessazione involontaria del rapporto di lavoro. In questo caso, è necessario che si sia conclusa da almeno tre mesi ogni prestazione di disoccupazione.
Il secondo profilo riguarda i caregivers, ovvero coloro che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo o secondo grado, qualora convivente. È possibile inoltre accedere all’opzione anche per gli invalidi civili, purché vi sia un riconoscimento uguale o superiore al 74%. Infine, possono usufruire della quota 41 i lavoratori addetti alle mansioni gravose o usuranti che rientrano nell’apposito elenco fornito dal ministero del Lavoro.
I vantaggi della pensione anticipata quota 41
Tenendo presenti i parametri appena indicati, i lavoratori precoci che rispettano tutte le condizioni della legge possono ottenere uno sconto di un anno e 10 mesi rispetto ai requisiti ordinari. L’anticipo scende a 10 mesi per le donne. La misura ha carattere strutturale, quindi non necessita di un rinnovo anno per anno, come avviene ad esempio per l’Ape sociale. Esiste però una procedura di monitoraggio stabilita per verificare l’utilizzo effettivo delle risorse. Grazie a un decreto legge risalente al 2019, la quota 41 non è inoltre soggetta a eventuali adeguamenti all’aspettativa di vita fino al 2026. Pertanto, anche nel prossimo anno i lavoratori che matureranno i requisiti appena evidenziati potranno continuare a chiedere l’accesso anticipato alla pensione con gli stessi criteri. Per chi ha maturato la quiescenza dal 1° gennaio 2019 esiste però una finestra di attesa di tre mesi dalla maturazione del requisito contributivo.
I costi stimati dall’Inps per l’estensione della quota 41 a tutti i lavoratori
Sullo sfondo le principali criticità legate all’estensione della quota 41 a tutti i lavoratori restano proprio quelle dei costi. Secondo una stima effettuata dall’Inps nel 2021, l’apertura della misura a tutta la platea comporterebbe oltre 4 miliardi di euro di spesa aggiuntiva nel primo anno. Per arrivare a quasi 10 miliardi di euro nel decennio. Un costo che non risulterebbe correlato alla possibilità di garantire sostenibilità al bilancio previdenziale nel lungo termine. Anche su queste stime si accende però il dibattito. Secondo le parti sociali si tratta infatti di calcoli in eccesso, visto che non tutti i potenziali aderenti potrebbero effettivamente chiedere di accedere alla pensione anticipata.