COME ANTICIPARE LA PENSIONE DI DUE ANNI

Riproduciamo l’articolo, affinché al lettore interessato non sfugga niente (né in positivo, né in negativo) su questa possibilità prevista dalla legge per i casi di aspettativa per gravi motivi familiari. Tra i casi di aspettativa rientrano anche le “condizioni di grave disagio personale (non di malattia) del dipendente”. E quale condizione di grave disagio personale è maggiormente provocata se non dal mobbing?. Noi di Risorsa siamo a disposizione per accompagnare le persone verso i canali giusti, poi toccherà a ciascuno valutare…

Fonte: www.businessonline.it – articolo della redazione – 05/02/2022

Link all’articolo: https://www.businessonline.it/articoli/andare-due-anni-prima-via-dal-lavoro-e-poi-avere-la-pensione-normale-e-lo-possono-fare-tutti.html

Come andare due anni prima via dal lavoro e poi avere la pensione normale?. E senza nessun requisito. Lo possono fare tutti, ovvero come anticipare pensione di due anni e senza requisiti: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, tutti i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, senza requisiti, possono andare due anni prima via dal lavoro se decidono di fruire del periodo di aspettativa per gravi motivi familiari, che è appunto della durata di anni, ma durante il periodo dell’aspettativa per gravi motivi non si maturano né contributi validi ai fini del calcolo della pensione finale né anzianità di servizi. Per valorizzare i due anni di aspettativa per gravi motivi personali ai fini pensionistici, i lavoratori che ne fruiscono possono o riscattare tale periodo o coprirlo con il versamento di contributi volontari. Nonostante l’introduzione della nuova quota 102 per anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni di età e con 38 anni di contributi, restano ancora fermi a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi i requisiti per andare in pensione di vecchiaia. Sono, però, diverse le forme pensionistiche, insieme a quota 102 per quest’anno, che permettono di andare prima in pensione e tra le possibilità di uscita prima, per tutti, c’è anche quella di fruizione del periodo di aspettativa di due anni per gravi motivi spettante a tutti i lavoratori dipendenti con potenziali nulle conseguenze sulla pensione finale, anche se si tratta di un periodo che non è valido ai fini pensionistici. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di vedere come si può anticipare la pensione di due anni senza alcuna penalizzazione sull’assegno finale.

Andare in pensione prima due anni con aspettativa per gravi motivi

I lavoratori dipendenti hanno la possibilità, senza dover soddisfare alcun requisito particolare, di usufruire di un periodo di aspettativa della durata massima di due anni per gravi motivi personali e familiari. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, sono considerati gravi motivi:

–condizioni di grave disagio personale (non di malattia) del dipendente stesso;

-decesso di un familiare;

-situazioni che prevedono un impegno particolare del dipendente o della famiglia nella cura o nell’assistenza di un familiare;

-situazioni di familiari con patologie acute o croniche che richiedono continua assistenza, o determinano una temporanea o permanente riduzione dell’autonomia personale o totale perdita richiedendo partecipazione attiva del familiare nei trattamenti sanitari.

Contributi figurativi o riscatto per pensione prima due anni senza penalizzazioni su pensione

Il periodo dell’aspettativa dal lavoro per gravi motivi personali e familiari che se fruito alle soglie del pensionamento permette di andare via dal lavoro due anni prima non è, però, valido ai fini pensionistici.

Secondo le leggi in vigore, durante il periodo dell’aspettativa per gravi motivi non si maturano né contributi validi ai fini del calcolo della pensione finale né anzianità di servizio, valida ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione, per cui se si decide di usufruire dell’aspettativa a lavoro, il momento della pensione slitta. Tuttavia, esistono modi per valorizzare i due anni di aspettativa per gravi motivi personali ai fini pensionistici: tutti i lavoratori che fruiscono dell’aspettativa di due anni a lavoro, facoltà concessa a tutti i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, possono infatti o riscattare tale periodo o coprirlo con il versamento di contributi volontari, non perdendo nulla ai fini pensionistici. Il riscatto dei contributi permette, infatti, di recuperare, ai fini della pensione, i periodi non coperti e, come precisato, vale anche ai periodi per i periodi aspettativa antecedenti al 31 dicembre 1996. Stesso discorso vale per il versamento dei contributi volontari, che sono validi sia per il raggiungimento del diritto alla pensione e sia per il calcolo della pensione finale.