DA MAMMA VITTIMA DI MOBBING A MANAGER
Anche le riviste femminili hanno scoperto il mobbing. Vanity Fair lo ha fatto con una rubrica intitolata “Le storie siamo noi” dove raccoglie le testimonianze delle lettrici. Con la scrittura, anche una donna che ha problemi sul lavoro (iniziati con la maternità) può liberarsi dal dolore del suo vissuto e sentirsi meglio: per questo si chiama anche “scrittura riparativa”. La protagonista della storia riuscirà addirittura a scrivere un libro ma, per ora, questa è la sua storia
Fonte: www.vanityfair.it – articolo di Alessia Arcolaci 31 dicembre 2021
Link all’articolo completo: https://www.vanityfair.it/article/le-storie-siamo-noi-martina-da-mamma-vittima-di-mobbing-a-manager
Sintesi a cura della redazione Risorsa
Quella di Martina è la storia di una manager, mamma di due bambini, che non accetta il declassamento lavorativo e con tanta forza decide di dare una svolta alla sua carriera e alla sua vita. Da neo mamma, viene «gentilmente invitata» a lasciare il proprio posto tramite pressioni psicologiche e il demansionamento. «Era come se il mio essere diventata madre avesse sovrastato e avesse eliminato la figura di donna professionista che ero sempre stata all’interno dell’azienda. Non venivo più chiamata a partecipare alle riunioni aziendali, non avevo più un ruolo definito, una mansione da svolgere e non potevo neanche più partecipare ai corsi di formazione. La situazione poi è peggiorata ulteriormente al rientro dalla mia seconda maternità». Da professionista qualificata diventa improvvisamente una lavoratrice di serie B o addirittura C.
«Mi veniva detto che la mia vita privata non doveva interferire sulla mia vita lavorativa. Come se non bastasse, con la pandemia ho chiesto di poter lavorare in smartworking ma ho ottenuto quest’agevolazione con tante difficoltà e alla fine mi hanno quasi costretta a firmare un contratto di telelavoro part-time che ho prontamente rifiutato».
Dopo la rabbia, Martina ha lasciato spazio alla sua voglia di realizzarsi. «La prima reazione è stata quella di puro sconforto, poi è sopraggiunto anche il senso di colpa, non mi sentivo adeguata, non più all’altezza della situazione. Ho maturato anche un sentimento di rabbia sterile, ho capito però che tutto questo mix di sentimenti non mi poteva portare a nulla di concreto e quindi ho deciso di iniziare un percorso introspettivo di riflessione per capire cosa mi potesse rendere veramente felice e appagata e così ho fatto. Ho lasciato l’azienda e ho iniziato a fare un business plan, a cercare quale fosse il mio target di riferimento, a fare analisi del mercato, cercare un’attività che mi potesse piacere realmente e così è stato». Così Martina è diventata un’imprenditrice di se stessa e ha trovato anche le energie per scrivere un romanzo portando così avanti la mia grande passione per la scrittura. Seguire i propri sogni è il regalo più bello che possiamo farci. Se ce l’ho fatta io può riuscirci chiunque».
Nei prossimi mesi, sarà disponibile nelle librerie il suo libro Come una mongolfiera, autobiografia romanzata della sua storia.