NOBILITA IL FESTIVAL DELLA CULTURA DEL LAVORO
SI è svolta nei giorni 17 e 18 settembre 2021 a Ivrea la prima tappa di questo Festival itinerante, dedicato alla cultura del lavoro e che toccherà anche Imola e Bari, per interpretarne i cambiamenti in 3 aree geografiche diverse. Gli eventi sono organizzati da FiordiRisorse, www.fiordirisorse.eu una business community tra 8000 manager e aziende, (premiata da Linkedin come “best practice”) e dal giornale della cultura del lavoro, SenzaFiltro www.informazionesenzafiltro.it . Risorsa ha stabilito con loro dal 2020 una collaborazione, non tanto per il nome che la accomuna a FiordiRisorse, quanto per favorire scambi di informazioni sul fenomeno del mobbing. E’ interesse di Risorsa seguire anche su SenzaFiltro l’iter parlamentare delle leggi che dovrebbero finalmente essere approvate per la tutela dei diritti dei lavoratori e contro le molestie sul lavoro (tra cui il mobbing). Nella giornata del 17 sono stati attenti spettatori dei panel e delle tavole rotonde la Presidente di Risorsa Luisa Marucco e il Vice Presedente Ferdinando Ciccopiedi: ecco la sua relazione, accompagnata da alcune considerazioni personali, serie e semi-serie:
Dopo 1 anno e mezzo di webinar dove i link non erano corretti, l’audio andava e veniva, le password erano sempre errate, finalmente un evento “dal vivo”! A Ivrea ho incontrato persone fisiche con cui ho scambiato impressioni, ho appreso nelle tavole rotonde ciò che non si trova né sui social, né sui giornali, ma ho avuto anche la visione diretta e triste di quella che era stata l’Olivetti e che oggi non c’è più: dal primo capannone in muratura alle palazzine vuote, adibite magari a centro congressi come quello che ha ospitato Nobilita. Ben diverso sarebbe stato se l’Olivetti avesse potuto essere “il polo italiano dell’informatica”. Meno male che ho concluso la giornata acquistando una squisita “torta 900” nella storica pasticceria Balla !
I primi temi affrontati nella mattinata del 17 sono stati: “Quello che abbiamo perso” e “Olivettiani a loro insaputa”. Nel primo, autorevolissimi “grandi vecchi” , che hanno lavorato a fianco di Adriano Olivetti, hanno fatto riscoprire parole tornate di moda come welfare, Persone (notare la P maiuscola), fabbrica sociale: insomma, quello che era il “sogno olivettiano” e che è stato perso negli ultimi anni in termini di “umanità del lavoro”, ma anche di “umanesimo del lavoro” all’interno delle aziende. Per saperne di più sul significato di umanesimo del lavoro, consultate la sintesi di un articolo presente nel sito Risorsa www.risorsamobbing.it tratto da : https://creatoridifuturo.it Nel secondo sono intervenuti alcuni giovani imprenditori che, con piccole azioni, dimostrano attenzione ai territori, alla sostenibilità economica e ambientale, in modo da recuperare nel lavoro la dignità delle persone. Nel pomeriggio si è poi assistito al panel “Una città per cambiare” dove sono stati affrontati i temi delle trasformazioni necessarie cui sono chiamate le città nel tempo che ci aspetta. Non poteva mancare il dibattito sullo “smart working”(e del suo boom nella pandemia, che ne ha accelerato il trend. Si tratta soprattutto di un passaggio epocale dal telelavoro, legato ad un telefono fisso, ad un lavoro “ubiquo” creato dagli smartphone sul quale illustri relatori (è regola editoriale di Risorsa non citare i nomi ma solo i contenuti) hanno tesi diverse: se da un lato è utile per non intasare di traffico le città, dall’altro toglie socialità. Per quanto riguarda la “produttività”, per alcuni è aumentata, per altri diminuita (chi avrà ragione?). Un altro relatore pone il problema di come adeguare i contratti dei lavoratori in smart working, legandoli ad obiettivi raggiunti e al lavoro creativo ma non al tempo impiegato (e spesso usati dalle aziende a loro esclusivo vantaggio). Tutti sono poi d’accordo nel ridisegnare nuovi spazi di lavoro: non solo uffici nelle città, ma magari seconde case sul mare o nei boschi (per chi se le può permettere, ma certamente con ricadute sullo sviluppo di territori marginali, anche nel caso di ritorno di emigrati al loro paese d’origine). Il problema è che ci sono lavoratori per cui la presenza fisica è indispensabile (nonostante i robot) oppure che vivono in 2 stanze con figli piccoli e che non hanno la tranquillità per fare “smart working” . Parlando poi delle città, se da un lato esse totalizzano l’80% del PIL mondiale, producono anche il 70% di emissioni di carbonio, deleterie per l’ambiente, mentre scarsità di abitazioni, raccolta rifiuti, infrastrutture e trasporti inefficienti conflittualità e violenza urbana, difficoltà di trattenere i giovani talenti, sono anelli deboli della catena. La soluzione, secondo i partecipanti al panel, sta nel saper offrire, nelle città strutture di ricerca ad alto livello con accesso alle reti dati, ma anche luoghi di cultura come teatri e biblioteche, in un sistema di trasporti pubblici efficienti, ecologici e integrati e di conciliazione tra attività diurne e notturne. E quando, per le più varie ragioni, non è possibile ridurre il traffico, bisognerebbe fare in modo che ogni luogo sia raggiungibile “ a piedi in 15 minuti” (possibile realtà o solo slogan: ai posteri l’ardua sentenza!. Oggi la cosa può funzionare in piccoli centri, ma non certo nelle megalopoli. Ci spiace non aver potuto partecipare, per precedenti impegni , allo spettacolo teatrale su Olivetti intitolato “Alle radici del sogno” ,con Laura Curino, e alla seconda giornata ove si è parlato di “Competenze giovani o giovani competenze” per capire quanto si investa in formazione e quali siano le caratteristiche richieste oggi in un mercato del lavoro in evoluzione, esaminando poi un caso particolare: quello delle “Carceri, le nuove aziende” per il recupero di chi ha sbagliato. Troverete però tutto sul sito: www.nobilitafestival.com