A PROPOSITO DI MOBBING: LE AZIONI LEGALI DEL LAVORATORE NON SONO MINACCE NE’ RICATTI
Pubblichiamo integralmente questo articolo per 2 ragioni: la prima ricorda il diritto del lavoratore di adire le vie legali contro il mobbing, la seconda è che invitiamo anche i consultatori del sito Risorsa a firmare la petizione di Fede e Ragione per una legge contro il mobbing. Infatti è incredibile come le diverse proposte di legge ferme in Parlamento non siano ancora andate in porto e, anzi, (come vedrete nel link dell’articolo) il Ministro del Lavoro dica che “occorre valutare una legge contro il mobbing ! Forse, firmando la petizione (che si aggiunge a numerose altre), qualcosa succederà… Ecco quanto riporta l’autore:
Parlando di mobbing, come ho già avuto modo di scrivere, mi è capitato spesso che lavoratori e lavoratrici, o loro familiari, mi pongano questa domanda sui social network o altrove in modo riservato. È una questione attuale e delicata, di cui abbiamo parlato recentemente qui su Fede e Ragione. Certamente ne abbiamo parlato, appunto, in queste settimane sui social network. Ovviamente chi me lo chiede è preoccupato, direttamente per sé o per i propri cari. Preoccupato che veramente anticipare una vertenza, una causa, o altre azioni legali, o depositarla, possa configurarsi come ricatto o estorsione. A molte persone potrà sembrare strano, incongruo e illegittimo, però è una questione reale.
In determinate aziende purtroppo capita o può capitare. Sono comportamenti del datore di lavoro – quando c’è e non è impersonale – e/o di responsabili e/o di colleghi – che in tal caso sono ovviamente complici dell’illegittimità o del mobbing, e che cercano di condizionare il comportamento del lavoratore e la sua percezione da parte di colleghi e della società esterna. A loro dire, il lavoratore o la lavoratrice che anticipano una azione legale non starebbero ricorrendo ad una estrema ratio per difendersi magari dal mobbing, essere rispettati e avere il rispetto e riconoscimento di propri diritti. Situazioni surreali e indegne, che mostrano pure quanto sia urgente una legislazione contro il mobbing – ricordiamo e vi invitiamo a firmare la Petizione Fede e Ragione per una Legge contro il mobbing su Change.org, petizione ad oggi firmata da oltre 66.500 persone.
Nulla ovviamente contano in questo – se non come appesantimento della situazione – i commenti di chi in tali aziende non lavorano o collaborano. Commenti che contribuiscono però appunto alla maldicenza e alla disinformazione, al mobbing e in certi casi allo stalking – con relative implicazioni legali e penali – per problemi personali di astio, frustrazioni, interessi privati, o per cercare in modi assurdi – ovvero contribuendo alla persecuzione del lavoratore – qualche impossibile forma di notorietà e prestigio. Situazioni che avvengono quindi soprattutto in contesti socialmente degradati e da parte di “personaggi” socialmente marginali. Adire le vie legali è un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Per tali sagaci personaggi, il lavoratore starebbe quindi persino “ricattando” l’azienda e/o le persone coinvolte negli atti illegittimi, se non nel mobbing e stalking subìti. Allo stesso tempo datore di lavoro e/o responsabili e/o colleghi, non si pongono invece il problema di esercitare una illecita pressione. Questa realmente appare invece una estorsione e minaccia, e un ulteriore atto di mobbing. Che sarebbe tale – mobbing – anche nel caso fosse solo sarcasmo, come mostra una recente importante Sentenza della Corte di Cassazione. In casi simili, si consiglia di non perdere mai la calma – perché è anzi ciò che vorrebbero i mobber. Di non spaventarsi, e di rivolgersi a rappresentanti sindacali onesti – non tutti purtroppo lo sono – e Legali validi. Quando possibile e opportuno documentare tali minacce e tentativo di estorsione da parte di datore, responsabili e colleghi, o altre persone in vario modo collegate. Consultandosi con il proprio Legale, accludere il tutto nel ricorso per mobbing, o nel caso sporgere eventuali denunce penali autonome. Ricordando che ricorrere alle vie legali, ossia ad un Tribunale e ad un giudice per far valere propri interessi legittimi e reali, è un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Il lavoratore che rivendica diritti reali, o che denuncia reali violazioni o reati, come può essere il mobbing, lo stalking, le minacce, le estorsioni, ha tutto il diritto di farlo. Non è invece un diritto cercare di obbligare un/una dipendente, con ricatti e minacce, a non muovere azioni legali. Anzi, è un reato.
Fonte: www.federagione.org – articolo del direttore Fede e Ragione e direttore SRM Paolo Centofanti – 1/9/2021
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