TEMPO DI SCEGLIERE
L’ultimo libro di Papa Francesco è una conversazione dai toni molto poco “ufficiali”, ma per questo riteniamo possa essere utile a tutti, credenti o non credenti, e capirete il perché…
Fonte: Ritorniamo a sognare – Papa Francesco, dicembre 2020
Sintesi a cura di Ferdinando Ciccopiedi – Vice Presidente Risorsa
Il capitolo 2, intitolato “Tempo di scegliere” ha suscitato il mio interesse in quanto, come già citato in altre parti del libro, prende l’emergenza Covid come spunto per riflettere su come iniziare “la strada verso un futuro migliore”, che è il sottotitolo del volumetto. Ne commento solo un passo, eccolo:
Dice Francesco che, prima di agire concretamente per curare i mali personali come quelli del mondo, occorre passare da discernimento e scelta. Infatti per giungere ad un futuro migliore occorre fare innanzitutto chiarezza (il discernere) per la scelta del percorso più adatto. Oltre che l’amore di Dio per i credenti, bisogna riconoscere sentimenti più terreni (che furono anche propri della Rivoluzione francese) come la pace, la solidarietà (detta anche fraternità), l’equità e la giustizia. Poi serve capacità di riflessione e il silenzio di luoghi ove estraniarsi , testualmente: “dalla tirannia dell’urgente”. Infine serve anche il dialogo in una comunità accogliente per mettere i segni dei tempi al servizio del Bene Comune. Ma, per poter scegliere, occorre anche – secondo Francesco – tornare a quanto, in questo periodo storico, ha veramente valore e che egli così enumera: la vita, la natura, la dignità della persona, (anche sul lavoro, quella cui tende Risorsa), le relazioni. Tutte queste cose sono “valori non negoziabili” , nessuno più o meno di altri. Più che la parola “negoziabile” piace al Papa, parlare di “valori sacrosanti”. L’istituzione religiosa ha sintetizzato questi valori nella sua “Dottrina sociale cristiana” (DSC) che, partendo dal Vangelo, è accessibile a tutti, tanto è vero – mi permetto di aggiungere – che alcuni di questi sono stati fatti propri dalla teoria marxista. La DSC è rivolta prioritariamente ai poveri , ma – rileva il Vescovo di Roma, come ama definirsi – il Bene Comune deve riguardare tutta la società (lo dice il nome stesso), contemperando interessi diversi per la massima felicità del maggior numero di persone. Legato al concetto di “bene comune” è quello della “destinazione universale dei beni” poiché la terra è stata data a tutti. Ne deriva che se la proprietà privata è un diritto, il suo uso e regolamentazione devono tener presente l’universalità dei beni. In altre parole terra, casa, lavoro vanno messi a disposizione di tutti e il dare ai poveri è restituire ad essi ciò che è già loro. Altri temi della Dottrina Sociale sono la solidarietà e la sussidiarietà. La prima ha il significato di dire che, essendo noi in relazione nella società, abbiamo doveri gli uni verso gli altri, come per esempio nell’accoglienza dei diversi. C’è poi un tema molto caro al mondo del Volontariato (cui appartengo) che è quello della “sussidiarietà”, spesso ostico ai più. Chiarisce Francesco che la sussidiarietà riconosce e rispetta l’autonomia degli altri e il loro libero arbitrio, ma sono i poveri che devono essere soggetti del cambiamento. Bisogna pertanto agire non solo per loro, ma anche con loro, laddove istituzioni pubbliche non riescano a raggiungerli. Vorrei concludere, senza addentrarmi in temi più spiccatamente religiosi contenuti in questo capitolo, tornando al concetto di discernimento, utile soprattutto a chi crede che ad ogni problema vi sia una soluzione tecnica (o tecnologica) o a chi segue fondamentalismi e populismi. Ed è proprio nell’epoca del corona virus che è possibile discernere il cambiamento tra le categorie del nostro mondo non più adeguate, come quelle che non consideravano il collasso ambientale. Se tutti scelgono di discernere, il “pensiero unico” non potrà impadronirsi delle nostre vite, come non può evitare le pandemie