SCUOLA: IL SOTTILE CONFINE CHE SEPARA INTIMIDAZIONE E MOBBING
Si pensa comunemente che forme di mobbing nella scuola si configurino nel “bullismo” tra studenti. Invece scopriamo che anche nei rapporti tra docenti posso esistere forme molto simili al mobbing aziendale
Fonte: tecnica della scuola.it – da: I lettori ci scrivono – articolo di Giuseppe Iaconis – 03/01/2020. L’articolo completo può essere consultato al seguente link
Sintesi a cura di Michela Spirito, Volontaria Risorsa
Un illustre professore di una delle più importanti Università italiane spiega la situazione scolastica odierna: definisce le scuole come delle strutture “amorfe” in cui sia impossibile pianificare un apprendimento organizzato in quanto pensieri conservatori danno risposte preconfezionate ad una società in continuo cambiamento ed evoluzione.
Il docente è fautore di un approccio culturale che si prefigge, attraverso la via dell’imprenditorialità, di attribuire a tutte le componenti del mondo della formazione un ruolo definito all’interno di un’unica struttura organizzativa complessa, gestendo in modo unitario i processi scolastici e migliorando la capacità di dare risposte adeguate ai territori. Per applicare tale approccio i dirigenti scolastici dovrebbero possedere competenze di leadership: abilità didattico-pedagogiche, relazionali, empatiche, di auto-gestione e auto-consapevolezza e possedere intelligenza emotiva (cioè, secondo gli studi di David Goleman, la capacità di riconoscere e gestire le proprie ed altrui emozioni). Dovrebbero inoltre saper progettare e analizzare le problematiche da differenti punti di vista e valorizzare e ascoltare tutte le componenti scolastiche.
Da vent’anni però, denuncia il docente, vengono spesso applicate delle norme autonomistiche, logiche aziendali, approcci autoritari invece di favorire leadership e autorevolezza. Si assiste ad un fenomeno di avanzamento di grado di persone che per potere, visibilità e vantaggi economici arretrano dal punto di vista di autonomia di pensiero e partecipazione attiva alla vita scolastica. Chi non vuole arretrare diviene vittima di vessazioni e ritorsioni, spesso anche di provvedimenti illegittimi. Le minacce (magari dietro una battuta scherzosa) vengono utilizzate con lo scopo di intimorire chi vorrebbe discutere, confrontarsi, proporre un punto di vista differente. Molti docenti sono quindi portati ad una situazione di disagio e frustrazione che può generare una preoccupazione costante e che può portare a forme di turbamento e di depressione psichica: queste situazioni sono difficili da inquadrare a livello giuridico in quando si collocano tra intimidazioni e mobbing, testimoniano però la situazione della scuola ad oggi.