Storie dell’Impresa Accogliente/ 4. Una coop che è “Amico” davvero
Chiamarsi Cooperativa sociale Amico è già dire il senso profondo della sua attività. E La goccia di Lube ha potuto sperimentarlo sul campo. La coop di Almese, alle porte della Val di Susa, nel Torinese, è infatti una delle prime imprese (in questo caso una cooperativa per l’appunto) che ha potuto fregiarsi del marchio Progetto Impresa Accogliente. Se l’è meritato offrendo lavoro a una persona, a un nigeriano, seguito con molta cura e attenzione da diversi anni dai volontari de La goccia di Lube. Il lavoro per il giovane nostro amico che aveva chiuso il suo conto con la giustizia – con tante difficoltà sulle spalle – è stato davvero un regalo grandissimo perchè da tempo non si riusciva a trovare un’opportunità lavorativa che gli permettesse di uscire da casa con uno scopo.

L’accompagnamento del giovane africano sulle tracce di un lavoro è stato, nel tempo, un esempio di quello che La goccia di Lube vuole fare con i soggetti più fragili, seguendoli, come dice la Odv, “prima, durante e dopo”. Innnazitutto con la formazione, per farli diventare più “spendibili” sul mercato del lavoro. Alcuni anni fa, con il concorso fondamentale del Centro per l’impiego di via Bologna a Torino e della generosa funzionaria Chiara Maugeri il nostro africano aveva potuto frequentare e prendere l’attestato di muratore partecipando ai corsi dell’Engim. Anche l’Engim e i suoi operatori erano stati essenziali perchè la formazione andasse a buon fine. Poi il giovane aveva cercato lavoro per conto suo, ma successivamente aveva dovuto rivolgersi nuovamente ai servizi. Attorno a lui anche gli operatori della Fondazione Operti. I volontari de La goccia di Lube non l’hanno mai perso di vista e una di loro, in particolare, lo ha seguito passo a passo nella ricerca del lavoro, nello studio per la patente di guida, nel proporgli di migliorare il suo italiano. Sembrava però che non si arrivasse a nulla, quando la Cooperativa Amico ha dato la sua disponibilità ad Annamaria Sarzotti che dal Centro per l’impiego di Susa continuava a monitorare la situazione del giovane nigeriano. E’ stata Michela Rapolla, vicepresidente della cooperativa, a prendere in mano la situazione e a proporre al giovane un tirocinio che sta attualmente effettuando nell’area delle attività di montaggio di componenti plastici e metallici. L’accompagnamento al lavoro si è esteso recentemente anche all’affronto dei suoi bisogni abitativi. Una vera storia di accoglienza, questa, che sta dimostrando quanto il bene di uno possa diventare il bene di tutti, perché un giovane recuperato al lavoro significa tante cose nella convivenza civile. Una storia anche paradigmatica, perché è avvenuta con il concorso, in rete, di tante persone e tanti enti che vi hanno operato con passione. Fare il Progetto Impresa Accogliente significa anche poter conoscere queste storie di solidarietà e accoglienza.
Che cosa è Cooperativa Amico? Presieduta da don Luigi Chiampo, opera in diversi settori: produce e vende miele, fa potature e trattamenti di alberi da frutto e ornamentali, vende legna da ardere, fa manutenzione di aree verdi e giardini, si occupa di pulizie civili, ma anche di sgomberi e di gestione dei rifiuti. Ecco quello che dicono di sé:
La cooperativa vive grazie alla scelta quotidiana di alcune persone che, mettendo al servizio il proprio tempo, la propria professionalità, la capacità di fare attenzione all’altro, specie agli ultimi, permettono a tanti di trovare una collocazione lavorativa in un contesto, come quello attuale, in cui predomina la precarietà. Oggi sono l’anima della cooperativa: una ventina di soci lavoratori, 6 dipendenti, 3 soci volontari e 2 soci sovventori; la percentuale di soggetti svantaggiati si aggira intorno al 40% del totale dei soci lavoratori. La domanda implicita di autonomia e libertà personale, alla quale i soci della cooperativa “Amico” intendono rispondere attraverso il lavoro visto come strumento per essere attenti agli altri, segue un progetto che si fa comune nelle linee: – il primo passo prevede il FACCIO PER TE (inizialmente ci si sostituisce alle persona perché lei possa vedere come si fa) – nel secondo passo FACCIO CON TE (coinvolgo la persona facendo insieme a lei) – il terzo momento del percorso è TI FACCIO FARE (è il momento dell’autonomia e della responsabilità).



Ecco una breve storia della cooperativa, dalle loro parole:
L’esperienza della cooperativa nasce all’ombra di una ben più ampia esperienza per giovani: la “Casa dell’Amicizia”; aperta nel 1990 a seguito di una profonda riflessione emersa in un convegno proposto nella Diocesi di Susa sui giovani, la struttura è situata ad Almese, un paese a pochi km da Torino, all’imbocco con la Val di Susa. Accanto alla sua vocazione originale di luogo di accoglienza, incontro e formazione giovanile diventa da subito punto di riferimento anche per altri giovani: quelli che la società ancora oggi emargina, quelli che si sentono schiacciati dal peso dell’esistere, quelli che semplicemente chiamiamo “giovani in difficoltà”.
L’idea di costruire una cooperativa sociale è sorta in seguito alle necessità riscontrate negli anni in cui un gruppo di volontari attenti alle esigenze di chi in maniera autonoma non aveva strumenti per trovare un po’ di amicizia e di ascolto ha svolto il suo servizio; accanto agli spazi di aggregazione iniziava a farsi strada l’idea che fosse importante dare stabilità ed autonomia ad alcune situazioni attraverso la via del lavoro. Pertanto il 29 maggio 1999, dopo un tempo di riflessione e impostazione, lo statuto della cooperativa assumeva la sua veste ufficiale.
Per ulteriori informazioni, soprattutto sulle tante attività della cooperativa si veda il loro sito: