Quindici anni fa nasceva La goccia di Lube, altre finalità, stesso “cuore”
Il 13 marzo di quindici anni fa a Marentino tredici amici partecipavano all’atto costitutivo dell’organizzazione di volontariato La goccia di Lucia Mina e don Bernardino Reinero, in sigla La goccia di Lube. E il 4 novembre di quell’anno, il 2010, l’agenzia delle Entrate registrava lo Statuto dell’associazione. Siamo alle origini di una storia che è proseguita fino a oggi, partita da una spiccata vocazione verso la cura dell’infanzia, della gioventù e della terza età fino all’attuale finalità della odv, che è l’accompagnamento al reinserimento lavorativo di persone sottoposte a misure alternative alla detenzione. Diverse finalità, dunque, ma stesso “cuore”: l’attenzione e la considerazione della persona, in qualsiasi condizione si trovi. Se oggi si parla de La goccia di Lube lo si deve allo spirito di iniziativa di quei tredici fondatori, tutti radunati attorno a Walter Beccaria e sua moglie Marcella Ravera: i figli Pietro e Stefano della coppia, Barbara Borga, Monica Eula, Michele Golzio, Luciana Ravera, Roberto Rosso e Mariella Santi, Sergio Sterpone, Giovanna Valero e Stefano Viviani.

L’associazione “intende operare” si leggeva all’articolo 2 del primo Statuto de La goccia di Lube, “per favorire l’integrazione sociale e culturale dell’infanzia, della gioventù e della terza età, operando per contrastare il disagio sociale, la dispersione scolastica, la mancanza di integrazione dei bambini, dei giovani e degli anziani, nonché a favore delle loro famiglie”. Solidarietà sociale, integrazione, contrasto al disagio sociale, impegno sui principi del volontariato erano allora, come oggi, gli obiettivi della nascente associazione.
In un documento che risale al 2011, l’anno che precede la prematura morte di Walter Beccaria, è chiarissimo come La goccia di Lube sia stata un frutto dell’esperienza di famiglia-comunità della coppia di sposi e dei loro stessi figli. “Chi siamo e cosa facciamo: dare la vita per l’opera di un Altro” dicevano i fondatori descrivendo l’allora principale attività dell’associazione: “La goccia di Lube in collaborazione con i servizi socio-assistenziali del Comune di Torino, offre accoglienza e proposte socio-educative per minorenni e famiglie: affido residenziale, aiuto allo studio, accompagnamento all’inserimento lavorativo. La famiglia-comunità (una famiglia che si allarga e si apre ai bisogni di altre famiglie con minorenni in difficoltà, tramite la loro accoglienza per periodi più o meno lunghi) è la forma che evidenzia maggiormente il nostro metodo: al centro pone una famiglia (padre, madre, figli naturali, nonni…) che rappresenta in sé il luogo e il soggetto fondamentale di educazione per i suoi membri. Anche oggi La goccia di Lube, nell’accompagnare alla ricerca di un lavoro, vuole essere luogo di educazione.
In quello stesso documento i fondatori ricordavano le tappe dell’associazione, che si identificava con le figure degli sposi Marcella e Walter e che si era ampliata con le nascite dei figli (prima Stefano poi Pietro, e a seguire, Veronica, Paolo e Isabella) e con le ospitalità familiari offerte nella loro prima casa a Villa Brea a Chieri, a Barbara, alla sorella Antonella, a una ventina di bambini e ragazzi, e poi ancora in strada del Pozzetto a Marentino, con l’aiuto di tanti amici, pronti a sostenere Marcella e Walter nell’opera educativa e “nella concretezza della vita”.

“Nel 2009” ricordavano i fondatori, “dopo aver riflettuto sull’opportunità o meno di dare la disponiblità per nuovi affidi, da parte di alcuni amici della Fraternità (si tratta della Fraternità di Comunione e Liberazione, ndr) emerge la decisione di coinvolgersi maggiormente e più direttamente nell’esperienza educativa e di accoglienza di Walter e Marcella, per sostenerli nel far fronte ai bisogni reali (studio, vacanze, inserimento lavorativo…) dei ragazzi affidati. Nel 2010 nasce La goccia di Lube come strumento dell’attività degli amici che già condividono l’esperienza di bene e di compagnia che anima la famiglia-comunità e per incontrarne altri…”
Nel 2012 Walter sale al Cielo e il cammino dell’associazione ha uno stop. Finché nel febbraio del 2018 Adriano Moraglio propone a Marcella di rivitalizzarla con una nuova finalità, dare una chance a chi ha sbagliato nella propria vita. La proposta è accolta e già il 20 ottobre 2018 cominciano le prime visite in carcere a Torino per incontrare detenuti ormai prossimi al fine pena, per orientarli verso la ricerca di un lavoro. Comincia così una nuova storia per La goccia di Lube, soprattutto da quando, nella primavera del 2019, con la nascita dello Sportello Lavoro nella Casa circondariale di Torino, Lorusso e Cutugno, i volontari dell’associazione decidono di dedicarsi ai detenuti in misura alternativa al carcere. In quell’estate vengono svolti i primi colloqui fuori dal carcere, ma dentro le storiche mura de “Le nuove” diventato un museo. L’anno successivo scoppia l’epidiemia da Covid, l’iniziale nuova esperienza ha una battuta d’arresto ma prosegue con colloqui online e in presenza per poi riprendere con vigore soprattutto dal 2021 quando La goccia di Lube diventa un braccio operativo dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna (Uiepe) di Torino per la ricerca di lavoro per le persone in misura alternativa. Questa ricerca di occcupazione passa inizialmente attraverso i rapporti con primarie agenzie per il lavoro, poi si estende al mondo delle imprese, finché l’intuizione di focalizzare la ricerca del lavoro con rapporti diretti con gli imprenditori apre nuove strade, fino alla nascita del Progetto Impresa Accogliente, nel 2024.
L’accoglienza, quindici anni fa come oggi, continua a essere il “cuore” di un’iniziativa caritativa che per la sua ragione sociale rappresenta una originalità assoluta nel panorama degli interventi sociali per il reinserimento dei condannati nella vita civile del nostro Paese.
Ma tutto nacque da un “cuore” palpitante: la passione di Marcella e Walter per i destini dei giovani. Si legge ancora nel documento intitolato “Chi siano e cosa facciamo”: “Un incontro fondamentale per Marcella e Walter Beccaria è stato quello con il Movimento di Comunione e Liberazione; in particolare, l’amicizia con alcune persone che ha reso decisivo nella loro vita l’Avvenimento di Cristo: Lucia Mina e don Bernardino Reinero, per gli amici don “Berna”. Lucia ha condiviso con Marcella l’esperienza del Movimento dall’adolescenza fino agli anni dell’Università, alla Facoltà di Informatica, mentre don Bernardino ha accompagnato il cammino di entrambi, facendo sperimentare a Marcella e a Walter una paternità in cui si sono sentiti accolti, amati e sostenuti, prima nel fidanzamento, poi nel matrimonio e nell’iniziare l’esperienza di accoglienza”. E’ questa la sorgente da cui è nato il fiume ormai ampio dell’attuale La goccia di Lube.

