Storie dell’Impresa Accogliente/ 8. S Line, dare lavoro per fare un’opera di bene, per dare una possibilità
Si chiama S Line ed è una bella carrozzeria di Torino. I titolari hanno dato credito a un giovane, Pietro (il nome è di fantasia) da poco diventato maggiorenne e sottoposto a misura di messa alla prova seguito dall’Ufficio servizio sociale per i minorenni (ma che si occupa anche di 18-25enni) e gli hanno sottoscritto un contratto di tirocinio facendosi accompagnare in questo cammino dal Progetto Impresa Accogliente. Il tirocinio è stato attivato con l’intervento della cooperativa Patchanka che ha utilizzato fondi del Programma GOL, e tramite il Consorzio degli autoriparatori. Così è cominciata una storia che si aggiunge ad altre significative del primo anno di attività del Progetto promosso dall’associazione La goccia di Lube.
S Line è diventata una delle tredici imprese, tra cooperative e aziende profit, che hanno ricevuto il riconoscimento di Impresa Accogliente nell’ambito dell’omonimo progetto. Nella foto il momento della consegna del Premio.


Corina Melania Mihu, cotitolare di S Line, racconta così che cosa è successo per arrivare a questo inserimento lavorativo: “Io non ho mai avuto situazioni simili in famiglia, ma mi piace immedesimarmi. L’ho preso con me perché volevo fare un’opera di bene. Quando la prima volta l’ho incontrato lui è venuto accompagnato da sua madre. Ma prima di lui erano venuti i suoi nonni a chiedermi se avevamo bisogno di personale. Io l’ho percepito subito come un figlio. Sono sincera, se si fosse presentato da solo non so se avrei avuto la stessa impressione. La mamma di Pietro mi ha raccontato la sua storia e mi sono detta che volevo dargli una mano, una possibilità, perché se questi ragazzi li lasciamo per strada, a girovagare, a stare in giro senza far nulla, finisce che magari si perdono. Io non gli ho mai chiesto nulla e lui non mi ha raccontato nulla. Rispettiamo la sua riservatezza. Non so se ciò per cui ha avuto dei problemi gli è capitato o se, come dire, se l’è andata a cercare. In ogni caso sono ancora dei ragazzini, se stai sempre in giro può ricapitare, mentre se hai tutta la giornata impegnata e la testa occupata sul lavoro, la sera sarai stanco no? Non avrai poi tutta ‘sta fantasia di fare le due o le tre di notte… E poi anche io ci sto dietro e lo faccio lavorare. E poi mi sono detta, chissà se vorrà restare con noi e diventare un futuro carrozziere? Io voglio dargli questa possibilità, se poi lui vorrà sfruttarla lo dirà solo il tempo.”

Corina spiega perché Pietro ha chiesto a loro un lavoro. “E’ una cosa un po’ strana. La sua famiglia è amica di un’altra carrozzeria che anche noi conosciamo bene e con la quale abbiamo ottimi rapporti. Ci ha detto che non si è rivolto a loro perché non voleva essere trattato con un occhio di favore.”
Corina Melania Mihu e Salvatore Bellomo, il “carrozziere” di S Line, sono quella che si definirebbe una bella coppia: sono giovani, hanno due bambini e sono due gran lavoratori. Gestiscono insieme la carrozzeria in zona Barca a Torino.

“Una carrozzeria dove però fanno di tutto” specifica Corina “anche meccanica completa. Perché Salvatore con le auto ha proprio un rapporto esclusivo, le conosce da cima a fondo, da dentro a fuori, in ogni minimo particolare. La sua passione è iniziata prestissimo, fin da ragazzino, quando frequentava le scuole medie inferiori. Tutti i pomeriggi andava in una carrozzeria dove imparava il mestiere per poi esercitarsi a casa con le auto del padre. Finì che lo studio ne risentì e perciò il padre lo mise di fronte alla scelta di continuare a studiare – dove appunto non eccelleva – o andare a lavorare. Salvatore terminò quindi le scuole dell’obbligo e iniziò molto presto la sua gavetta presso varie carrozzerie di prestigio. Successe però che, pur apprezzando il suo talento, nessuna lo assunse. Era tutto un promettere ti assumo di sicuro il mese prossimo ma questo benedetto mese prossimo non arrivava mai. Finché Salvatore si sentì demotivato al punto che decise di non provarci più e, seguendo le orme del padre, lavorò per una decina d’anni come guardia giurata. Durante le ore libere e nei fine settimana non smise di coltivare la sua passione finché si fece quella che si chiama una clientela affezionata.” “Quando ci conoscemmo” prosegue Corina “io mi accorsi subito di quanto il suo desiderio di aprirsi una carrozzeria tutta sua fosse profondo. Così lo spronai a lasciare il suo lavoro e nel 2015 aprimmo la S Line. Lui letteralmente vive per questo lavoro…ed è sia un pregio sia un difetto perché alla fine molte volte è impegnato anche di sera.”
E Corina, che sogno aveva? “Io volevo diventare dottore commercialista. Avevo studiato contabilità informatica ma poi la vita mi ha portata a rinunciare per due volte all’università. Non me ne pento perché alla fine un lavoro ce l’ho e qui in carrozzeria do una mano nel campo della contabilità; potrei fare anche il perito elettronico però! Seguo molto i nostri due figli di cui una è ‘speciale’; lei necessita di attenzioni profonde e costanti quindi spesso lavoro da casa seguendo le pratiche della carrozzeria”.
Silvia Lessona