COSA SUCCEDE SE DENUNCIO IL MIO DATORE DI LAVORO
Condensiamo in breve un articolo che ci pare di “pratica utilità” per quanti si trovino in stato di disagio sul lavoro. Riguarda i casi in cui è possibile denunciare il datore di lavoro non solo per rivendicazioni salariali ma anche perché è stato commesso un reato
Fonte: laleggepertutti.it – articolo di Angelo Greco – 15 novembre 2022
Link all’articolo completo: https://www.laleggepertutti.it/608737_cosa-succede-se-denuncio-il-mio-datore-di-lavoro
Sintesi a cura della redazione Risorsa
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Omesso pagamento di stipendi, straordinari, premi di produzione , differenze retributive, arretrati ,TFR
La Cassazione ha chiarito che il dipendente ha cinque anni di tempo oltre il quale scatta la prescrizione. Tuttavia è difficile che un dipendente faccia causa al proprio datore quando ancora è alle sue dipendenze. Il suo stato di subordinazione lo porterebbe a temere ritorsioni o un licenziamento che, per quanto illegittimo, gli creerebbe di certo disagio. Ragion per cui, secondo la Cassazione, il termine di prescrizione inizia a decorrere non dalla scadenza della mensilità non pagata (fine mese) ma dalla cessazione del rapporto di lavoro (sia che essa avvenga per licenziamento, sia per dimissioni). Qundi il dipendente, anche dinanzi a un rapporto di lavoro di durata molto lunga, non vede “scadere” il proprio diritto a chiedere gli arretrati, gli straordinari o le differenze retributive. Egli infatti ha sempre cinque anni da quando cessa il rapporto di lavoro. Per agire contro il datore di lavoro si può interessare il proprio avvocato (che avvierà una richiesta di decreto ingiuntivo in tribunale) o presentare una denuncia all’Ispettorato Territoriale del Lavoro che provvederà ad effettuare le indagini e a comminare una sanzione amministrativa al datore.
Lavoro in nero
Nel caso del lavoro in nero invece bisogna agire con un normale giudizio civile non essendo possibile richiedere un decreto ingiuntivo. Il pagamento di uno stipendio in nero non è reato ma un semplice illecito amministrativo.
Mobbing
Il mobbing è reato solo nei piccoli contesti aziendali, là dove c’è un rapporto diretto e quotidiano tra datore e dipendente. In tal caso scatta il reato di maltrattamenti. Diversamente il mobbing, se provato, è un semplice illecito civile che dà diritto al risarcimento.
Estorsione
Il datore di lavoro che minaccia il dipendente di licenziamento se non accetterà determinate condizioni di lavoro a lui sfavorevoli (ad esempio uno stipendio più basso, il compimento di straordinari non pagati, ecc.) può essere querelato per il reato di estorsione.
Minacce
In contesti conflittuali come quelli di lavoro è facile che volino parole forti. Ma il datore di lavoro non può mai arrivare a mortificare il dipendente e soprattutto a minacciarlo di morte o di altre gravi conseguenze. Il semplice “Non sai che ti faccio” oppure “Tu rischi grosso” costituisce reato di minaccia.