AL LADRO…AL LADRO
STORYTELLING RISORSA
Ecco un’altra storia che ci è capitato di sentire nel nostro Sportello d’ascolto. E’ veramente amena…non fosse per tutto il mobbing che ha dovuto subire la protagonista !
Tangentopoli, falso in bilancio e simili ? Sono parole che vengono associate, nell’immaginario collettivo, a personaggi politici di rilievo nazionale, grandi managers e vip.
Riesce difficile pensare come le stesse cose possano accadere in un piccolo centro. Eppure la storia ci è stata raccontata da Maria, impiegata di un Ente Pubblico locale, verso la quale è stato architettato un mobbing con tutti i crismi, allo scopo di coprire, con il suo allontanamento, comportamenti scorretti di chissà chi…….
La sua sola leggerezza è stata quella di non aver mai chiuso a chiave il cassetto dove teneva i buoni mensa erogati, secondo precise modalità, ai dipendenti dell’Ente. Eppure l’ambiente era piccolo, ci dice Maria, tutti si conoscevano e io non avrei mai potuto dubitare dell’uso improprio di quei dannati buoni mensa….
Quando scoprì l’ammanco, Maria non esitò a segnalarlo al suo responsabile – a lei infatti non era stata data la diretta responsabilità della tenuta dei buoni – e, da quel momento, cominciarono i suoi guai. Tutte le vessazioni che, di solito, si scaricano sulle persone scomode per indurle alle dimissioni, furono usate nei suoi confronti: umiliazioni, demansionamento, accuse di incapacità e indolenza per quasi un intero anno. Dopo qualche mese, Maria era già entrata in depressione e, ovviamente, rendeva meno sul lavoro. Ma con la grande forza di volontà che la sorregge, iniziò a curarsi – con le erbe, non con gli psicofarmaci – ci tiene a precisare – ed oggi è in grado di rivolgersi a chi di dovere per allontanare ogni dubbio sulla sua onestà. Che cosa era infatti successo?
I buoni mensa, per così dire, prelevati dal cassetto servivano probabilmente per allegre riunioni conviviali dell’Amministrazione locale (come ammettevano, tutti soddisfatti, gli stessi gestori dei locali): in fondo che cosa si può fare di sera in un piccolo paese di provincia dopo aver terminato le riunioni in cui si discuteva del bene dei cittadini?. Suvvia, qualche distrazione va anche concessa a chi ne regge i destini ! Questa sembra essere l’implicita motivazione del furto…..Il problema era che l’ammontare, abbastanza cospicuo, doveva essere giustificato in bilancio. Ecco allora l’idea brillante: se si spinge alle dimissioni l’impiegata-custode dei buoni, questa sarà una implicita accettazione di colpa da parte sua e l’onore dell’Amministrazione sarà salvo. Nel bilancio, poi, l’ammanco sarà classificato alla voce: furto.
Ma Maria ha deciso di resistere, per ottenere giustizia: rivolgendosi a noi ha fatto il primo passo e, anche se una causa civile sembra difficilmente praticabile per la difficoltà di trovare dei testimoni, la materia è talmente delicata che anche il solo pensiero di rendere pubblici nomi e cognomi dei personaggi coinvolti (in maniera meno soft di quanto fatto in questo articolo), dovrebbe farli desistere perlomeno dal continuare ogni forma di mobbing nei confronti di questa dipendente davvero coraggiosa!