STORYTELLING RISORSA: IL VASO DI PANDORA
Proseguiamo con le testimonianze di mobbing – recuperate nei nostri archivi – raccontate da persone che si erano presentate, tempo fa, allo Sportello di ascolto e orientamento di Risorsa. Abbiamo cambiato il titolo della serie, con una parola oggi molto di moda, ma lo “storytelling” non è altro che un modo di raccontare storie, come facevano i nostri vecchi ! Per non dare adito a possibili riconoscimenti, abbiamo cambiato nomi di persone e di luoghi. I nostri volontari che hanno scritto vicende tristi e pesanti, le hanno trasformate in forma curiosa, leggera e ironica. Buona lettura…
IL VASO DI PANDORA
E’ molto diffidente, Gavino, quando si presenta allo Nostro sportello….sembra che dica: “Vorrei dirvi tutto, ma tengo famiglia….”. E’ così che i miei colleghi cominciano ad usare la maieutica, cioè l’arte del filosofo greco Socrate per “estrarre” da una persona la verità su un determinato argomento. Io ammiro molto questi colleghi così esperti e l’ammirazione reciproca è un sentimento molto comune nel nostro Sportello, che nulla ha a che vedere con quella competitività che sembra oggi dominare in qualsiasi settore della vita
Ma, tanto per rimanere sul classico, quando Gavino inizia a raccontare, è come se scoperchiasse il vaso di Pandora, che nella mitologia greca, doveva rimanere sempre chiuso per non scatenare venti e tempeste! Vediamo quindi quali sono questi venti sollevati dalla storia di questo autista di autolinea privata:
1^ Vento: la ditta per cui Gavino lavora acquista un certo numero di autopullman “intelligenti” dotati cioè dei più sofisticati strumenti per la sicurezza dei passeggeri. Peccato che una sera, tornando in deposito, uno di questi pullman, guidato proprio da Gavino, impazzisce e si schianta, tutto da solo, contro un muro. Apriti cielo: i responsabili dell’azienda si precipitano contro il malcapitato autista e uno di loro compie uno degli atti più odiosi che si possano immaginare da parte di un capo verso un dipendente: la violenza fisica, rappresentata nel caso specifico da un calcione negli stinchi. Per fortuna, solo lo 0,8% dei nostri mobbizzati subisce, nell’ampia gamma di vessazioni, la violenza fisica. Però, purtroppo, questo è il caso di Gavino che, a seguito di questa violenza, subisce un vero e proprio trauma: perde il sonno, la tranquillità alla guida dell’automezzo e tutto quanto ne consegue…
2^ vento: la ditta di Gavino, oltre agli autopullman “intelligenti” dispone di un parco automezzi alquanto obsoleto. Fino a poco tempo fa questi mezzi venivano sottoposti a manutenzioni periodiche che ne assicuravano l’affidabilità: ma, si sa, le manutenzioni costano, quindi ultimamente le manutenzioni sono state drasticamente tagliate e Gavino, ormai preso di mira, viene accusato di provocare incidenti che forse dipendono, in prima istanza, dalle condizioni dei mezzi…
3^ vento: la ditta di cui il nostro amico è dipendente, è, a tutti gli effetti, una ditta privata. Però ha in gestione le linee da Enti Pubblici e, secondo quanto ci dice Gavino, mai nessun rappresentante di questi Enti si è preoccupato di verificare le condizioni di sicurezza degli automezzi. La morale è che anche il settore Pubblico, garante di un’attività economica intesa come servizio alla collettività, si preoccupa più delle norme più elementari di sicurezza: la logica del profitto ha invaso anche questo campo !
4^ vento: a seguito degli incidenti provocati da Gavino, vuoi per le precarie condizioni dei mezzi, vuoi per lo stato di prostrazione fisica e mentale in cui il dipendente si è venuto a trovare a seguito delle continue vessazioni subite dopo il primo incidente, egli viene trasferito alla guida di scuolabus. Per l’azienda questo è un segnale di “demansionamento”, una delle tappe fondamentali nel processo di mobbing che le aziende creano per liberarsi dei dipendenti scomodi. Ma, come la parola stessa dice gli utenti dello “scuolabus” sono i bambini e ragazzi delle scuole: qual’è dunque quel genitore che affiderebbe i propri figli ad un autista che, palesemente, non è nel pieno delle sue capacità fisiche e mentali.? Quante volte abbiamo già assistito a tragedie di bambini precipitati in un burrone perché l’autista aveva avuto un colpo di sonno…Eppure i capi di Gavino, prima di tutto, hanno voluto punire in questo modo una persona che, dopo aver tanto subito, aveva osato iscriversi al Sindacato per tutelare i propri diritti…
Gli episodi che abbiamo citato sono solo alcuni che fanno parte dell’odissea di quest’uomo, del suo calvario lavorativo presso un’azienda che non è nemmeno degna di stare sul mercato. E’ evidente la responsabilità penale a carico dell’azienda per i fatti descritti, eppure proprio perché Gavino “tiene famiglia” si tenterà per prima cosa di richiamare per iscritto l’azienda al rispetto di norme e doveri e, solo in ultima istanza si passerà all’azione legale…..