RISORSA RACCONTA: L’ALTRO MOBBING…
Proseguiamo con le storie di “Risorsa racconta” recuperate nei nostri archivi sulle testimonianze di mobbing, raccontate da persone che si erano presentate, tempo fa, al nostro Sportello di ascolto e orientamento. Per non dare adito a possibili riconoscimenti, abbiamo cambiato nomi di persone e di luoghi. I nostri volontari che hanno scritto vicende tristi e pesanti, le hanno trasformate in forma curiosa, leggera e ironica. Buona lettura…
Chi si rivolge a noi è, di solito, un dipendente che ha un rapporto gerarchico in una organizzazione aziendale e da questo ricava frustrazione, ansia, depressione. Così, non riusciremmo nemmeno ad immaginare che forme di “mobbing” possano manifestarsi in altre strutture e situazioni. Il nostro volontario – sacerdote, padre Igino – ha descritto magistralmente nel suo volumetto: “Mobbing!!!” come anche un’istituzione insospettabile cioè la Chiesa abbia e abbia avuto ancor più in passato i suoi “mobber e mobbizzati”. Anche la Curia infatti è soggetta a invidie, gelosie e carrierismi che portano i più forti a prevaricare i deboli: i religiosi sono anch’essi….uomini. Certamente ciò che, per fortuna, è più visibile è l’altra anima della Chiesa, quella in cui i valori dominanti sono la carità, l’altruismo e la solidaritetà! Non parliamo poi della politica come terreno fertile per il mobbing: è ben noto che a volte le rivalità tra avversari politici sono andate a detrimento addirittura dello sviluppo e dell’immagine dell’intero Paese in cui viviamo. Quello che non ci era ancora capitato era invece una forma di mobbing che potremmo definire “familiare”. Un giorno infatti capitò al nostro sportello Luigi, un signore come tanti altri. Espulso da una multinazionale in cerca di ristrutturazioni? Odiato da un nuovo capo, che voleva sostituirlo con uno dei suoi? Invidiato dai colleghi gelosi della sua professionalità? Niente di tutto questo……..Il mobber, anzi la “mobbizzatrice” del nostro amico era semplicemente ….la sorella! Fin dai tempi di Caino e Abele o di Romolo e Remo sappiamo che non sempre due fratelli vanno d’accordo, tutti coloro che non sono figli unici hanno avuto una “pecora nera” che ha aperto litigi e discussioni in famiglia. Ma arrivare a impedire a un fratello di svolgere il lavoro che questi si è autonomamente scelto si può veramente configurare come “mobbing familiare”. In breve, la storia è questa. Luigi, per tradizione familiare, è uno di quegli “artigiani d’eccellenza” che, ormai rimasti in pochi, tengono vivi gli antichi mestieri delle nostre valli nel laboratorio di famiglia. Ma Luigi vuole cambiare ambiente ed ha anche un titolo di studio che vuol mettere a frutto: decide pertanto di proporsi a varie aziende della sua zona. Dopo alcuni cortesi, ma fermi rifiuti, scopre che dietro c’è la sorella. Fortemente inserita nel contesto sociale della sua zona, essa ha il potere di dissuadere i possibili datori di lavoro del fratello dal farlo assumere. Qual è il motivo? Per lei, se il fratello si trasferisce da un concorrente è una perdita insostituibile, se cambia settore lei perde quella sorta di “tutela” che, nelle famiglie, è abbastanza comune nel privato, ma che non può e non deve interferire con il lavoro. Non esistono più né le regole della concorrenza (quanto mi dai in più?), perché questi discorsi…. non si fanno a una sorella né la libertà di dare le dimissioni, come in tutte le aziende normali. Di solito, ma non sempre, un’ azienda normale si prende la briga di telefonare a tutti per impedire di assumere un suo ex dipendente. Luigi è disperato, non sa come uscirne e chiede aiuto al nostro sportello. Ma, mentre anche noi non abbiamo alcuna remora a consigliare una causa civile o penale a chi subisce vessazioni continuate e documentate, ci sentiamo veramente in imbarazzo ad entrare pesantemente in una famiglia, a esasperare situazioni già non limpide e lineari , a influire anche nel rapporto che lega l’anziana madre ai suoi due figli……E’ solo un caso, ma fa riflettere come nel mondo di oggi il fenomeno del mobbing abbia invaso tutti i campi, per penetrare fino all’interno di una istituzione consolidata come la famiglia. E’ un problema in cui veramente non sappiamo…che pesci pigliare: succede anche a noi