Le ragioni (e le canzoni) della nostra azione caritativa/ 4.

Chi sente raccontare dai nostri volontari che cosa fanno e perché si impegnano nella difficile “mission” di accompagnare nella ricerca di un lavoro le persone sottoposte a misure alternative al carcere non riesce a trattenere il suo stupore. Come ha fatto don Stefano Turi, in un recente incontro con il gruppo dei volontari, dicendo di aver colto una “stranezza bella” nelle loro parole, “perché normalmente uno nel tempo libero si fa gli affari suoi”. Quattro di essi, lo scorso 18 marzo, intervenendo con una propria testimonianza a un incontro di presentazione dell’azione caritativa de La goccia di Lube a un folto gruppo di persone aderenti al Movimento di Comunione e Liberazione, hanno condiviso le ragioni del loro impegno. Ecco il loro racconto.

Anna. Da circa due anni faccio la volontaria nell’Associazione La goccia di Lube. La cosa che mi colpisce in assoluto di più è la seguente: durante i colloqui con le persone vi è un preciso momento di svolta. Mentre loro continuano a ripetere “ho sbagliato”, “ho fatto cose ingiuste” eccetera e gli o le si dice: “Qui tu per me, per noi, sei tu, con il tuo nome, con la tua persona, e basta. Tutto quel che hai fatto è azzerato. Si riparte da zero perché il tuo valore è più grande dell’errore.” In quel preciso istante io scorgo che cambia tutto: alcuni si commuovono e io sento che questo è vero anche per me. Anche noi siamo mancanti, fragili e abbiamo bisogno solo di essere chiamati per NOME, di uno sguardo così. Di nient’altro. Questo sguardo mi sto accorgendo che lo sto portando su di me e su tutti quelli che incontro sul lavoro e nella vita.

Paolo. Io ho deciso di fare questa caritativa per il rapporto personale che ho con Adriano e Bianca. Il tempo richiesto è un sabato mattina al mese e una riunione on line il lunedì successivo al sabato.In realtà prendersi cura di queste persone ultime richiede più energia ma specialmente più comprensione ed umanità nei loro confronti. Li sentiamo spesso durante la settimana e facendo questo pezzo di strada insieme li aiutiamo a trovare lavoro. Insomma, diventano parte della nostra vita, della mia vita, e in parte anche della mia famiglia. Un ultimo aspetto che mi ha toccato consiste nell’essere ricattato dall’esito di trovare o no lavoro ma nel corso del tempo ho capito che anche solo camminare con loro senza riuscire a risolvere i problemi mi aiuta a vivere con più gratitudine e serietà la mia vita.

Eva. Dico subito che non ero una fan della caritativa. Ritenevo infatti di non avere sufficiente tempo da dedicare ad altro che non fosse il mio lavoro o la mia famiglia. Qualche anno fa quando Adriano reclutava volontari facevo di tutto per mimetizzarmi per non farmi notare. Poi ho ceduto e adesso a distanza di tempo mi accorgo addirittura di essere stata capace di essere fedele alla caritativa. L’unica risposta che so darmi è che intravedo un bene per me, anzi ne sono certa e ne sono anche grata per le cose che sto imparando. Intanto mi viene svelato un pezzo di mondo che altrimenti non avrei conosciuto, poi ho imparato a prender sul serio il mio bisogno prendendomi cura dei bisogni delle persone che incontriamo. Ho scoperto la mia capiacità di esserer gratuita. Sto imparando a dare il giusto peso alle cose, a essere più grata per quello che ho perché non è poi così scontato (famiglia, lavoro, un luogo sicuro dove tornare…). Sto cercando di imparare a non essere ricattata dall’esito del mio impegno, spesso infatti non c’è un risultato positivo ed esiste il rischio che vada in crisi il motivo del fare.

Gisella. (La sua testimonianza è stata letta da Bianca, non potendo essere lei presente). Non avrei mai pensato in vita mia di avvicinarmi a conoscere il mondo del carcere, della giustizia, delle misure alternative. Ho quattro bimbi piccoli e le mie giornate sono prese da tutt’altro. Finché due anni fa, il 9 maggio 2023, una persona a me tanto cara è stata arrestata. Nel cuore della notte, senza preavviso. Il giorno prima era il suo compleanno avevamo chiacchierato tranquillamente al telefono. Da quel giorno, da due anni, solo più scambio di lettere e qualche saluto dai famigliari. (…) Avevo il desiderio di continuare a volergli bene e fargli compagnia. Ma come? Un giorno mi son ricordata che in un viaggio in Russia avevo conosciuto Adriano e Bianca e che loro avevano in qualche modo a che fare con il mondo del carcere e li ho chiamati e ho iniziato la mia caritativa. L’ho iniziata per me. Per cercare di fare dei passi in questa storia che mi stava un po’ sotterrando… L’ho iniziata perché avevo bisogno di compagnia e di uno sguardo diverso da quello della società che o ti guarda “con pietà” o ti guarda come dire “beh se l’è cercata”… 

Ho iniziato a conoscere un po’ di più il mondo del carcere, e delle misure alternative…Ho incontrato dei nuovi amici, sia tra i volontari, sia tra le persone che incontriamo. Insieme agli amici impari a guardare le persone che incontri non solo come galeotti o ex…  Anche loro sono madri/padri/figli… Per fare un  esempio nel concreto, qualche settimana fa ho accompagnato con un’altra volontaria ad un colloquio una delle persone che seguiamo. Arriviamo e lei era già lì prima di noi, e l’aveva portata il suo papà, nonostante tutto, e lì… lì davanti a quel papà, il mio sguardo quel giorno è cambiato su di lei… Mi son ricordata che anche io sono figlia e amata. E questa è la prima cosa che imparo incontrando questi nuovi amici, con il carico di loro storie, famiglie, figli, amici… Ne ho ricevuti tanti di doni in questo anno e mezzo di incontri.. L’altra cosa forse più importante è che mi accorgo che ogni cosa è dono, non è scontata. Ho incontrato persone con uno/due anni più di me, un ragazzo bengalese più giovane, e mi dicevo perché io non ho commesso gli stessi errori loro? O anche banalmente: io ho iscritto il mio figlio più piccolo alla materna stando comoda comoda seduta sul divano e non avevo pensato che per farlo serve una residenza in una casa, che serva uno spid… Quante cose dò per scontate nelle mie giornate!

E infine sto cercando di fare i conti con l’impotenza… Ti capita di aiutare una persona e poi questa sparisce, letteralmente… O di aiutarne un’altra che ha fatto un tirocinio bellissimo tanto che lo vogliono assumere ma è tornato a fare una stupidaggine… (…) Mi accorgo che devo proprio ancora un po’ imparare a fare le cose per un Bene senza aspettare che il risultato sia come decido io. E che chissà quante volte qualcuno durante la giornata potrebbe arrabbiarsi con me perché non sono come vorrebbe, però nessuno lo fa.  E anzi. Vengo guardata con amore nelle mie giornate. E quell’amore, l’amore che anche vorrei donare al mio amico da cui è cominciato tutto, è quell’ amore che cerco di donare alle persone che incontro qui.

Pur non potendo partecipare alla riunione, un’ altra volontaria ha voluto dare la sua testimonianza.

Franca. Mi sono interessata del mondo carcerario in tempi di pandemia. Quando sentivo che in tanti ‘davano di testa’ per essere ‘imprigionati’ nelle loro stesse mura domestiche. E, in parallelo, sentivo delle tante rivolte, all’interno delle carceri, a motivo degli abusi perpetuati, in assenza di controlli, su chi era realmente carcerato. E mi ritrovai a ragionare tantissimo sul concetto di libertà. Così frequentai un corso online per diventare volontari in carcere scoprendo un mondo. Per un paio d’anni, con un’altra associazione, intrattenni corrispondenze con diversi carcerati, finanche un ergastolano. E fui sconvolta scoprendo che la maggior parte dei suicidi sono tra coloro che stanno per ‘uscire fuori’, terminata la pena! E’ il terrore del dopo, di cosa li aspetterà, ormai marchiati per sempre: pregiudizi, porte chiuse, le famiglie stesse che voltano
le spalle, le tante innovazioni sconosciute subentrate nel frattempo. Esclusione totale! Con una identità tutta da ricostruire.

Così approdai a La goccia di Lube, che, ancor prima di scoprire che fosse un acronimo legato a due ben precise persone, mi affascinò perché pensai che proprio quella gocciolina provvidenziale poteva permettere a certe vite ‘inceppate’ di ricominciare a funzionare. Comunque la mia motivazione principale, lo confesso, era stata inizialmente il solo tentativo di ‘timbrare il cartellino’ rispetto a ciò che pensavo mancasse per essere una vera cristiana e piacere a Dio, poter compiere un’opera di misericordia spirituale (consolare gli affitti, consigliare i dubbiosi eccetera) Ma al centro ero sempre io … E naturalmente il Signore mi ha rovesciata!

Così io, che presuntuosamente pensavo di poter dare qualcosa ad altri mi ritrovo oggi a ricevere incessantemente, umilmente e a piene mani! Far parte di questa associazione é’ un tripudio di doni e di sorprese ad ogni incontro, ma soprattutto di ridimensionamento del proprio ego di fronte alla grandezza di persone meravigliose, nella loro nudità, che, proprio in virtù dei loro errori (e di quanto sono loro costati), hanno operato in sé precise scelte, conversioni radicali di vita. Persone che sono oggi assai migliori di tanti altri che, frastornati dalle tanta ‘false libertà’ della società odierna, quotidianamente compiono crimini assai peggiori, in termini di relazioni reciproche (pensieri / parole / opere / omissioni). Poter quindi assistere a quel sorriso che ricompare, colmo di fiducia e di aspettative su volti ormai induriti dalla sofferenza (e molto spesso anche dal rimorso) non lo nego, è qualcosa di altamente emozionante e struggente. Come quando si ha la fortuna di tenere tra le braccia una vita appena sbocciata, delicatissima e potente. La più bella responsabilità di affido che il Signore possa donare. Una grazia sublime.

Nell’ultima mattinata di colloqui e incontro tra noi abbiamo continuato a cercare le ragioni del nostro impegno anche nella musica e nelle canzoni, come facciamo da tempo. Partendo da Balada da caridade, passando da Anche per te di Battisti, da Si può dare di più di Morandi, Tozzi, Ruggeri, dalla Canzone della Bassa fino a… Strada Facendo di Baglioni! perché il senso della caritativa è una esperienza che riguarda tutti. Abbiamo così scoperto la bellezza del testo di questa canzone di Baglioni il cui ritornello dice il senso dell’azione caritativa de La goccia di Lube con le persone che accompagniamo nella ricerca di un lavoro. Non solo lavoro… E dice anche delle conseguenze in noi di questa attività.

Strada facendo vedrai/ che non sei più da solo/ strada facendo troverai/ un gancio in mezzo al cielo/ e sentirai la strada far battere il tuo cuore/ vedrai più amore, vedrai…

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