La goccia di Lube e il Cnel. Finalmente anche un “faro” sulle misure alternative

L’apertura della giornata di lavoro al Cnel a Roma sul progetto “Recidiva zero” con l’intervento del presidente Renato Brunetta

L’associazione La goccia di Lube, con il suo Progetto Impresa Accogliente, è diventata interlocutore del Cnel, ora sotto la guida di Renato Brunetta, per la realizzazione dell’iniziativa “Recidiva zero”. Il presidente dell’associazione, Adriano Moraglio, ha partecipato alla giornata di lavoro che si è tenuta a Roma, nella sede del Cnel, dedicata al confronto sul tema dello studio, la formazione e il lavoro in carcere e fuori dal carcere. E’ stata un’occasione per consolidare un rapporto tanto a lungo cercato con il Cnel da parte de La goccia di Lube per far presente la necessità di ottenere dal Governo e dal Parlamento l’estensione dei benefici previsti per le imprese dalla cosiddetta Legge Smuraglia anche alle aziende che assumeranno persone sottoposte al regime di misura alternativa alla detenzione in carcere. Un lavoro che era cominciato con la partecipazione a un incontro online del Segretariato permanente carceri in seno al Cnel presieduto da Emilio Minunzio e con una interlocuzione con il presidente Brunetta durante il suo intervento allo scorso Meeting per l’amicizia tra i popoli a Rimini. Nel corso dell’incontro al Cnel proprio Emilio Mununzio ha ribadito quanto annunciato qualche giorno prima a un convegno a Torino organizzato dai Giovani industriali e che cioè il Governo ha inserito nel suo Ddl sicurezza – che si appresterebbe a far approvare entro l’estate – le parti di un disegno di legge elaborato dal Cnel che prevedono una estensione dei benefici della Legge Smuraglia, anche alle assunzioni di persone in misura alternativa. Lo stesso Minunzio, parlandone con il presidente de La goccia di Lube a Roma, ha però sottolineato che occorrerà verificare che in sede di regolamentazione di quanto previsto dal Ddl sicurezza sia fatto esplicito riferimento alle detenzioni domiciliari e agli affidamenti in prova al servizio sociale come forme di esecuzione penale esterna beneficiarie degli incentivi alle imprese. Una porta è stata finalmente aperta e si è acceso un “faro” sulle misure alternative, oggi oscurate da una massiccia attenzione esclusivamente dedicata al mondo “carcere”.

L’ingresso della sede del Cnel a Roma

Il convegno del 20 marzo scorso al Cnel – preparatorio di un più ampio incontro previsto a metà giugno prossimo sempre per iniziativa del Consiglio presieduto da Brunetta, il quale intende questo organismo, previsto dalla Costituzione, come la vera “casa dei corpi intermedi” – ha registrato però anche altre novità. La principale delle quali è – come ha detto lo stesso Brunetta – l’impegno della ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, a favorire un’applicazione delle misure del Programma GOL e del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa – in sigla SIISL – anche a beneficio del mondo carcerario. Quest’ultimo strumento, in particolare, è stato presentato come un sistema innovativo capace di mettere in contatto risorse lavorative provenienti dal carcere, e non solo, con le esigenze di personale delle imprese italiane. All’incontro è stato diffuso e illustrato in anteprima il sito internet del portale SIISL che, nellee intenzioni di Brunetta, dovrebbe servire a “mappare” nelle carceri di tutt’Italia la ricchezza di professioni e di competenze che potrebbero servire alle imprese. Il sito dovrebbe forse funzionare ancora meglio che per i detenuti “internati” soprattutto nel caso delle misure alternative. Sempre che non sia un problema, un ostacolo, la necessità che i diretti interessati debbano, per accedervi, essere già in possesso di una identità digitale Spid. E’ possibile esercitarsi andando all’indirizzo internet che segue:

https://siisl.lavoro.gov.it/#/

Introducendo i lavori della giornata, il presidente del Cnel ha spiegato le motivazioni che stanno alla base del progetto “Recidiva zero”: “Vogliamo dare una speranza alle persone private della libertà, perché dopo un periodo detentivo sia data la possibilità di ricominciare a vivere”. Grazie alla formazione, grazie al lavoro. Dentro e fuori. “Si tratta” ha spiegato “di un investimento sociale per non far pagare ulteriori costi alla società con il fenomeno della recidiva. Lo facciamo puntando al benessere, a un equilibrio sociale. Siamo qui per fare un altro passo in avanti: possiamo puntare a una strategia misurabile e controllabile?” Brunetta ha insistito sul fatto che l’intero sistema dell’esecuzione penale riguarda in Italia circa 250 mila persone, e già solo questi numeri mostrano quanto sia necessario intervenire per ridare sperranza. Infatti, ha detto Brunetta, “la recidiva è il prodotto di una mancanza di speranza”. Oggi la recidiva in Italia si aggira intorno al 70 per cento di chi è stato in carcere. “E’ il fallimento” ha ammesso Brunetta “è il nostro fallimento”.

Nel corso dei tavoli di lavoro succeduti alle relazioni del mattino si è sentito finalmente parlare di risorse lavoro presenti nel mondo delle misure alternative. Il presidente de La goccia di Lube, nel corso del suo intervento, ha affermato che “a livello nazionale, dai dati in possesso, le detenzioni domiciliari e glii affidamenti in prova, cioè chi ha già un piede fuori dal carcere, sono stati circa 64 mila nel 2022, 70 mila nel 2023 e 77 mila alla fine del 2024, cioè più dei detenuti internati (circa 61 mila nel 2024). Per queste persone occorre lavoro – ancora di più che per i carcerati internati – perché sono già fuori dal carcere e hanno bisogno di mantenersi e di resistere anche in questo modo alla tentazione della recidiva. Con la nostra associazione anche gli imprenditori chiedono a gran voce di estendere i benefici della Legge Smuraglia o altro a sostegno della loro generosità a offrire lavoro a persone in misura alternativa, cosa non sempre agevole. E lo chiedono a gran voce anche gli Uepe locali.

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