Le ragioni (e le canzoni) della nostra azione caritativa/ 2.
Comunicare agli altri il bene che abbiamo incontrato sul nostro cammino: è la “formula” che abbiamo imparato a sperimentare nell’azione caritativa de La goccia di Lube a favore di chi sta scontando la sua pena all’esterno del carcere, quindi in una situazione di grandissima fragilità e delicatezza. L’essere stati rinchiusi in carcere e tornare nella società civile con lo stigma del carcerato o la carcerata sulla fronte (o meglio, nei curriculum vitae) rende estremamente difficile ogni tentativo di riscatto personale e di reinserimento nel mondo del lavoro. Lo ha detto bene la nostra amica Claudia che sta facendo un percorso di reinserimento lavorativo accompagnata da La goccia di Lube con il Progetto impresa Accogliente:
Se sai che le porte facilmente ti si chiudono in faccia quando esponi la tua situazione da detenuto, non per tutti c’è sempre quella cosa di dire io vado avanti. Magari c’è la persona che si scoraggia un attimo di più e quindi si diventa demotivati e si dice faccio il mio percorso così e basta e poi passano gli anni e una volta finita la situazione di detenzione diventa tutto più difficile, perché è già difficile così approcciarsi al mondo del lavoro, in una situazione come le nostre è ancora peggio perché comunque sono poche le aziende oggi disposte a dare una mano a persone con queste situazioni. Se non si è spalleggiati, accompagnati da associazioni di volontari, diventa tutto molto difficile. In primis, ci si mettono loro, con la loro faccia, con la loro associazione, a portare le persone come me e come tanti altri ai colloqui. È vero che sta tutto nelle nostre mani: metterci impegno, la volontà di lavorare e inserirsi tra le persone. Però fa tanto anche pensare che posso telefonare e rivolgermi al mio volontario di riferimento per raccontargli dubbi, problemi, cercare consigli e cercare come fare a risolverli. E’ una buona base, ci si sente sempre appoggiati.
E’ di fronte a questi drammi personali che intervengono i volontari de La goccia di Lube, comunicando, appunto, il bene che hanno incontrato nella loro vita. Ecco perché nella riunione dei volontari del mese di gennaio abbiamo riscoperto e cantato una canzone di Domenico Modugno che esprime lo spirito con cui i volontari stanno vicino alle persone che vengono prese in carico: comunicare loro la meraviglia per il mondo, per le cose, per la vita, che ci sono, al pari delle cose brutte, delle fatiche, delle difficoltà, perché solo in questo atteggiamento “persino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso.” Proviamo ad ascoltare la canzone “Meraviglioso” (ma c’è anche la bella versione dei Negramaro) e sarà tutto chiaro.
È vero
Credetemi è accaduto
Di notte su di un ponte
Guardando l’acqua scura
Con la dannata voglia
Di fare un tuffo giù
D’un tratto
Qualcuno alle mie spalle
Forse un angelo
Vestito da passante
Mi portò via dicendomi
Così
Meraviglioso
Ma come non ti accorgi
Di quanto il mondo sia
Meraviglioso
Meraviglioso
Perfino il tuo dolore
Potrà apparire poi
Meraviglioso
Ma guarda intorno a te
Che doni ti hanno fatto
Ti hanno inventato
Il mare
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole
La vita
L’amore
Meraviglioso
Il bene di una donna
Che ama solo te
Meraviglioso
La luce di un mattino
L’abbraccio di un amico
Il viso di un bambino
Meraviglioso
Meraviglioso, ah
La notte era finita
E ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Adriano Moraglio