LA GESTIONE DEL CINGHIALE

L’EFFETTO BOOMERANG NELLA GESTIONE DEL CINGHIALE –

Tratto da:  http://ilblogdialpvet.wordpress.com/info/   –  in data 16.01.2018

 

È stato recentemente pubblicato sulla rivista Pest Management Science un interessante lavoro dal titolo

Wild boar populations up, numbers of hunters down? A review of trends and implications for Europe”.

I ricercatori hanno dimostrato che negli ultimi decenni in tutta Europa la popolazione di cinghiale sia cresciuta in termini esponenziali, nonostante la forte pressione venatoria esercitata e le diverse metodiche di caccia messe in atto.

I motivi di questa crescita esponenziale sono da ricercare in fattori biologici, legati all’elevato tasso riproduttivo della specie, al basso tasso numerico di predatori specializzati, al rimboschimento di territori, a inverni miti, ma anche a fattori di origine antropica, come ad esempio l’alimentazione supplementare, la re-introduzione (illegale) della specie a scopi venatori nonché la stessa attività venatoria.

La mortalità naturale, infatti, data da fattori climatici, patologie e predatori (in particolar modo Lupo), incide maggiormente sulle classi giovanili, mantenendo una struttura della popolazione più stabile, ed una minor dispersione di soggetti nel territorio.

L’attività venatoria, agisce principalmente sulle classi adulte, innescando delle risposte compensative nella popolazione di cinghiale.

Il Cacciatore, cioè colui che si adopera nella gestione faunistico-venatoria, deve essere in grado di fare autocritica e di imparare dagli errori commessi, per garantire la gestione delle specie, dell’ambiente e dei conflitti uomo-fauna selvatica.