Progetto formativo per Care Givers e Badanti: Assistere ( ed aiutare) in Sicurezza

BACKGROUND

L’aumento della popolazione nella fascia più anziana, e dei portatori di disabilità, insieme all’allungamento della vita, ha generato la necessità di nuovi servizi per soddisfare nuovi bisogni, diversi sia per la loro natura che per le modalità di risposta necessaria; non esiste più la dicotomia tipica dell’acuzia malato/sano,la fase acuta una volta affrontata genera una domanda di bisogni meno acuti legati alla cronicizzazione della patologia, In particolare  la situazione della disabilità si apre ad una diversa visione della vita non basata più sulla dicotomia sano/malato ma sul principio della cronicità e della necessaria ricerca e mantenimento della qualità di vita.

Tre sono i principali problemi che una rete a supporto degli anziani e dei disabili deve affrontare:

  • La naturale rarefazione delle reti familiari in prossimità della vecchiaia più avanzata e nelle situazioni di disabilità, destinata a essere aggravata dal radicale e progressivo cambiamento della struttura Ne consegue la diffusione della solitudine, che può essere anche una scelta personale, ma che è, soprattutto, fonte di gravi disagi e di diverse forme di isolamento o confinamento nella propria abitazione
  • La complessa interazione fra funzionamento personale e vita quotidiana. Se è vero che una porzione consistente della vecchiaia è oggi vissuta in buona salute, è altrettanto vero che gli ultimi 8-10 anni di vita sono condizionati da livelli progressivi di disabilità, fragilità e multimorbilità, fino alla totale perdita delle autonomie.
  • La garanzia di poter vivere, non solo sopravvivere, e questo ha a che fare con i luoghi di vita. Le città e i più diffusi modelli di organizzazione urbana sembrano oggi progettati senza tenere conto delle esigenze normali di bambini, adolescenti e anziani, oltre che di tutti coloro che devono vivere nella propria esistenza le ricadute della disabilità o fragilità.

 

Secondo  una ricerca condotta nell’anno  2020-2021 di “ Passi D’Argento” Istituto Superiore di Sanità, , (che fornisce informazioni su condizioni di salute, abitudini e stili di vita della popolazione con età maggiore o uguale a 65 anni)  emerge che la condizione di disabilità, così definita, coinvolge 13 persone su 100. La disabilità cresce con l’età, in particolar modo dopo gli 85 anni interessa 4 anziani su 10 (42%); è mediamente più frequente fra le donne (15% vs 9% uomini), fra le persone socio-economicamente svantaggiate per difficoltà economiche (28% fra chi ha molte difficoltà economiche vs 10% tra chi non ne riferisce) o per bassa istruzione (23% vs 7% fra chi ha un livello di istruzione alto). La quasi totalità delle persone con disabilità (99.8%) riceve aiuto, ma questo carico di cura e di assistenza è per lo più sostenuto dalle famiglie, molto meno dal servizio pubblico di ASL e Comuni. Il 96% delle persone con disabilità dichiara di ricevere aiuto dai propri familiari per la/le attività della vita quotidiana per cui non è autonomo, il 36% da badanti, il 13% da conoscenti; il 12% ha ricevuto aiuto a domicilio da operatori socio-sanitari e meno del 2% ha ricevuto assistenza presso un centro diurno. Una piccola quota è sostenuta da associazioni di volontariato (3%). Una persona su 4 con disabilità riceve un contributo economico per questa condizione (come l’assegno di accompagnamento).

Riflettendo su questi dati, ciò che serve, oggi più che mai è il sostegno alle famiglie, punto nevralgico e fragile della presa in carico e dell’assistenza di anziani e disabili nel principio del rispetto della libertà e della dignità individuale. E in questo le famiglie hanno un ruolo rilevante spesso lasciate da sole e carenti degli strumenti e delle risorse necessarie.

Le forme di sostegno offerte dal SSN non sono in grado spesso di raggiungere l’intera platea degli anziani e dei disabili bisognosi di servizi di supporto; si ritiene infatti che il bisogno possa essere soddisfatto attraverso sistemi e servizi diversi, quali il coinvolgimento diretto dei familiari nell’assistenza o il ricorso a figure oggi sempre più centrali in questo sistema come le badanti.

La persona psichicamente fragile, la persona povera di relazioni, la persona sola ha bisogno di reti gentili: reti umane e sociali.  Serve rielaborazione il concetto di cura a partire dal riconoscimento della figura del Caregiver e del servizio offerto dalle Badanti: si tratta di passare da un sistema di tutela professionale ad uno di valorizzazione della solidarietà e della cura familiare come bene sociale per sostenere il faticoso impegno svolto dai care givers e dalle badanti nella relazione di aiuto e assistenza.

Si tratta di  assistenza   di  base  alla persona  anziana e/o disabile  nelle  attività  quotidiane,  all’interno  della  casa che richiede conoscenza e sviluppo di capacità per svolgere le attività in sicurezza e con efficacia:  igiene personale,  deambulazione,  alimentazione.  Nella  presa  in  carico  dei  problemi socio-sanitari dei non autosufficienti va inoltre considera l’area  del  lavoro  domestico  di  cura  e  più  in  generale  della   Assistenza domestica

In tale ambito rientra l’accudimento della persona e della casa in  cui  vive,  anche  in  assenza  di  stati  patologici.

 

OBIETTIVO.

implementare e sostenere le attività quotidiane di aiuto e di assistenza dei care givers e delle badanti nei confronti di persone con ridotta capacità di autonomia, situazioni di fragilità e disabilità, in particolare prevenire le situazioni che possono compromettere l’igiene e il comfort della persona assistita, principi fondamentali di alimentazione,  mobilizzare in sicurezza, l’importanza di una adeguata comunicazione ed infine alcune indicazioni di primo soccorso

 

 

 

 

 

CONTENUTI DEL PROGRAMMA:

  • Come prevenire le situazioni che possono compromettere l’igiene e il comfort delle persone assistite
  • Principi fondamentali di alimentazione
  • Tecniche di mobilizzazione in sicurezza
  • L’importanza della comunicazione e dell’ascolto nel sostegno delle persone fragili e/o disabili
  • Cenni su interventi di Primo Soccorso

 

 

METODOLOGIE DIDATTICHE

Lezioni frontali, attività svolte individualmente e in  gruppo, discussione casi.

DURATA

Il corso sarà articolato in incontri di due ore cadauna, per un complessivo di 14 ore.

MODALITA’ DI ACCESSO

Le persone interessate, in particolare per le figure delle badanti effettueranno un pre-colloquio motivazionale e di verifica della conoscenza della lingua italiana.

ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

Al termine del corso verrà rilasciato attestato di partecipazione in presenza del superamento positivo del test di valutazione di apprendimento e con un numero di ore di assenza non superiori a 4 ore

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

A.Brugnoli, A.Zangrandi  “ Anziani e disabili: un nuovo modello di assistenza” Fondazione per la Sussidarietà, 2021

M. Minelli, V. Redini “ Vulnerabilità e agentività nella sfera più intima. Una ricerca su operatori socio sanitari, familiari e badanti nell’assistenza domiciliare alla persona disabile anziana” Vol. 14 N. 33-34 (2012) Rivista Italiana di Antropologia medica

https://www.epicentro.iss.it/passi-argento/dati/fragili#impatto

  1. Tognetti “ Le problematiche del caregiver”, Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, 2014

http://www.fnopi.it/print/click-salute/2.htm#mobilizzazione

https://www.nurse24.it/specializzazioni/area-clinica/lesioni-da-pressione-cosa-sono-e-come-si-classificano.html