Storia del censimento dei volumi

Prefazione.

Nei 4 numeri usciti nel 2008 del “Notiziario dell’Associazione Amici di Avigliana” è stata raccontata una vicenda vissuta dal sottoscritto e riguarda l’attività relativa alla ricostituzione della biblioteca tecnica del “Dinamitificio Nobel”. É un racconto esemplare delle attività a cui sono chiamati i volontari di una associazione che opera sul territorio senza scopo di lucro, che merita di essere divulgata.
L’idea di raccontare la quotidianità dell’Associazione mi è venuta alle 8 di un gelido mattino di Dicembre del 2007, quando, assieme ad altri, aspettavo due furgoni da scaricare nei pressi dell’Ecomuseo, anziché poltrire sotto calde coperte.
Sono “appunti di viaggio” che racconterò sulla più autentica vita dell’Associazione con lo scopo di raccontare con parole semplici, la vita dell’Associazione nel suo quotidiano divenire, che forse non tutti conoscono. Raccontare le attività, l’impegno, talvolta i mal di pancia di chi opera per conto di una Associazione.

Quella che troverete di seguito, “Una storia vera”, altro non è che una vera storia di realtà quotidiana di chi si impegna a favore dell’Associazione. È anche un doveroso tributo a coloro (volontari) che in questa storia non rientrano, ma che potrebbero a loro volta raccontare tantissime storie altrettanto interessanti.

 

Una storia vera.

Prologo
Come ogni storia che si rispetti, esiste una introduzione ai fatti che verranno da me malamente raccontati.
Esisteva, un tempo, in Avigliana una grande fabbrica che rimase in funzione fino al 1965, poi la produzione di esplosivi venne trasferita ad Orbetello. Vennero trasferiti i macchinari, gli attrezzi e gli strumenti di lavoro, la documentazione e persino le persone. Il sito venne in gran parte riconvertito, ad eccezione dei locali ricavati nella collina morenica del Truc di San Martino che vennero abbandonati. Molti anni dopo si pensò di far rivivere la memoria della fabbrica, della quale rimanevano soltanto le opere murarie sepolte sotto macerie, con la nascita di un museo.
Saputo che anche il sito di Orbetello era in fase di chiusura e di smantellamento, si intrapresero diverse azioni per recuperare strumenti, attrezzi, macchinari e la documentazione proveniente da Avigliana. In un primo tempo non si venne a capo di nulla.

Antefatto
Alcuni mesi fa (anno 2007) un professore di Udine …….. studioso di esplosivi si mise in contatto con Giorgio (N.B. in questa storia i personaggi hanno soltanto il nome, tranquilli, sono facilmente riconoscibili). Venne fuori che questo signore aveva agganci piuttosto forti con la dirigenza di Orbetello, e che si sarebbe impegnato per farci riavere parte del materiale trasferito da Avigliana.
Questo è regolarmente avvenuto, e Giorgio è stato in visita ad Orbetello per visionare dei macchinari, degli strumenti e della documentazione che potevano interessare al nostro Museo.
Finalmente si è raggiunto un accordo sul materiale che si poteva recuperare per arricchire il Museo; ma non solo: erano anche a nostra disposizione alcune decine di volumi sugli esplosivi che risalivano alla biblioteca dello stabilimento di Avigliana, così riferì Giorgio al ritorno da Orbetello.
Fu organizzato il viaggio ed il giorno 23 dicembre alle ore 8 Giorgio, Gianni, Luca ed io eravamo pronti ad accogliere i 2 furgoni carichi di materiale.

La carriolata di volumi

Poco dopo ecco arrivare i due furgoni. Cominciamo a scaricare il materiale e, sorpresa, ecco apparire una pedana intera di volumi, una carriolata di volumi.
Decidiamo di portare i volumi nel locale superiore dell’edificio a fianco dell’entrata dell’Ecomuseo.
Serve un mezzo, quindi viene bene usare una carriola.

Ora i volumi giacciono presso il Museo, depositati su teli di plastica sul pavimento del locale.
Lì vengono abbandonati, ci penseremo l’anno prossimo.

I dubbi
Ora abbiamo questi volumi accatastati, Ad una prima osservazione ci si è resi conto che i ripiani del mobile non erano sufficienti per accogliere degnamente tutti i volumi, quindi era necessario provvedere alla bisogna di sistemare il mobile. Come procedere?

La mente vaga, allora mi sovviene il racconto di un fatto che accadeva ai tempi di Franceschiello a Napoli, dove i marinai imbarcati sulle navi borboniche avevano ordine di fare “ammuina” in occasione delle visite dei funzionari del re, e cioè chi era a poppa doveva recarsi a prua chi era a prua doveva avviarsi verso poppa chi era giù (nella stiva) doveva andare in “suso” (sul ponte) e viceversa.
La mente faceva “ammuina”, come organizzare la biblioteca? Ordinare i volumi dal più grande al più piccolo o dal più piccolo al più grande per soddisfare un certo senso estetico? Oppure dal più vecchio al più recente o viceversa? Oppure è meglio suddividere secondo la lingua, inglese, tedesco, italiano ecc.; o per argomento; quale sarà scelta migliore?

La nuova libreria

Nel frattempo era maturata, molto opportunamente, la decisione di costituire la biblioteca tecnica presso l’Ecomuseo del Dinamitificio Nobel come sezione staccata della Biblioteca Comunale “Primo Levi”. Dovevamo apprendere le regole da seguire per il censimento dei volumi e successivamente per la loro catalogazione.

Così tutti i volontari sono stati una mattinata presso la biblioteca di Avigliana ad apprendere le regole necessarie per il censimento dei volumi che precede la catalogazione degli stessi.
Ci mancava un computer portatile per introdurre i dati dei volumi. Ricorsi ad un amico titolare di un laboratorio per la riparazione di apparecchiature elettroniche, digitali ecc. da cui riesco ad ottenere in prestito perpetuo un PC portatile del secolo scorso ma adatto alla bisogna, alleluia, alleluia.
Ma non è finita, perché stampando le foto del frontespizio dei volumi (come richiesto dalla biblioteca) ci accorgiamo che nonostante le manipolazioni fatte sulle fotografie col computer queste sono difficilmente leggibili per il catalogatore, quindi abbandoniamo la strada delle fotografie per utilizzare, solo nel caso di necessità uno scanner.
Adesso possiamo cominciare a lavorare spediti, finalmente!

 
Il censimento.

Il lavoro normalmente non offre spunti interessanti da raccontare, non per questo non si sono verificati inconvenienti, ritardi e quant’altro che vi racconterò.
In cosa consiste il censimento dei volumi della biblioteca?
A prima vista sembra un lavoro semplicissimo, imparate le principali regole del censimento e della catalogazione, messi a disposizione gli strumenti adatti alla bisogna, armati di buona volontà, organizzato il lavoro il più sembra fatto. Magari!!!
Il fatto è che i volumi posti disordinatamente nel mobile devono essere riordinati; poi, ognuno di essi, è stato censito.
Questa attività consiste nella trascrizione dei principali dati (titolo, autore, editore, data edizione ecc.) di ogni singolo volume sul registro della presa in carico fornitoci dalla Biblioteca civica “Primo Levi” di Avigliana. I volumi venivano quindi identificati e contrassegnati con un numero progressivo e timbrati.
Immediatamente dopo, altri volontari inserivano questi ed altri dati (ad esempio, il numero dell’edizione, il numero delle pagine, delle tabelle e delle figure, le dimensioni del volume, ecc.) dei volumi su delle schede costruite sul computer e, solo dopo tutte queste operazioni i volumi venivano sistemati nella loro posizione nel mobile/libreria.
La difficoltà principale è risultata essere la corretta trascrizione dei dati nelle diverse lingue (francese, tedesco, inglese) in cui sono stati scritti i libri; soprattutto alcune parole in tedesco, assolutamente impronunciabili e lunghissime hanno costituito una prova di pazienza non indifferente nel trascriverle, inoltre non sempre era semplice individuare il numero dell’edizione o il numero del volume, tome, band ecc..

I volumi inseriti nella libreria


Tutto qui? Direte, magari! perché all’inserimento dei dati sul computer è doverosamente seguita la fase di caccia all’errore paragonando titolo, autore, volume e correggendo gli inevitabili errori di battitura. Fase questa molto noiosa e lunga che ha comportato lunghe ore al computer prendendo nota delle anomalie vere o presunte, andando a verificare per poi correggere le anomalie solo dopo essersi assicurati della loro veridicità. Ma non era ancora finita perché doveva venire assegnata la posizione nella libreria, poi preparare le etichette da applicare in posizione visibile sul dorso del volume riportare questo dato sulle pagine interne del volume. Per questa operazione è stato necessario riprendere ad uno ad uno i volumi e procedere alla bisogna.
Finito? No.
Resta ancora da preparare il supporto cartaceo procedendo alla stampa delle singole schede, alla preparazione degli elenchi per autore, per data di emissione, per titolo dell’opera e per categoria ed alla loro stampa, al fine di semplificare la ricerca.
E’ di nuovo Natale, finalmente tutto è terminato siamo pronti a soddisfare le richieste di eventuali ricercatori e/o semplici curiosi, alleluia, alleluia.
Stavamo proprio commentando il raggiungimento di questo nostro importante obiettivo quando Giorgio ci ricordò, accidenti!, che avremmo dovuto iniziare il censimento dei disegni, delle riviste e della documentazione recuperata ad Orbetello, ma che questa volta avremmo avuto l’aiuto di due persone impegnate nel Comune di Avigliana come “Servizio Civile” con i quali era già stato fissato un appuntamento. Ci siamo ritrovati con i volontari dell’Associazione più volenterosi e con i due ragazzi ed è iniziato il lavoro.
Questa volta, con l’esperienza accumulata in questi mesi, si è iniziato a lavorare in modo soddisfacente ma, ma.., questa è tutto un’altra storia di cui non vi tedierò.

Pier Mario Camosso

Riflessioni dell’Autore

Benché sian solo libri …..

La Biblioteca dell’Ecomuseo del Dinamitificio Nobel nella sua attuale consistenza è formata in massima parte dai volumi che appartennero alla biblioteca della fabbrica “Dinamitificio Nobel” di Avigliana conosciuta dagli aviglianesi come la “pouvrera” (trasmigrata ad Orbetello nell’anno 1965 a seguito del trasferimento della Società) fortunosamente ritornati alla sede originaria per le vicende che ho già illustrato nel precedente notiziario.
Maneggiando e sfogliando questi volumi nel corso del loro censimento, per rilevare i titoli, l’anno di edizione, ecc., sono sorte spontanee alcune considerazioni “a pelle”, che desidero sintetizzare in poche righe, senza alcun approfondimento.
Il primo volume è stato edito nel 1872, guarda caso l’anno della fondazione della “Società Anonima Dinamite Nobel” di Avigliana; esso tratta di mineralogia ed è scritto in francese, come la maggior parte dei volumi acquistati in quel secolo.
Curiosamente, all’inizio della storia di questa azienda non sono i libri sugli esplosivi ad arricchire la biblioteca (evidentemente i primi lavoratori conoscevano a fondo la materia) quanto piuttosto i trattati di mineralogia e di tecnologia relativi alle singole lavorazioni; soltanto a fine ‘800 iniziano a prevalere i testi di chimica, sicuramente per rimanere al passo con le nuove scoperte in materia. Da quell’epoca compaiono anche testi in tedesco. Non erano volumi destinati soltanto a far bella mostra di sé sugli scaffali con le loro splendide rilegature, ma dai numerosi appunti annotati a margine delle pagine (frutto evidente di successive verifiche in laboratorio delle teorie ivi esposte),
si può ben dire che essi furono “sofferti” dalle maestranze del Dinamitificio. D’altronde la capacità del Dinamitificio di essere all’avanguardia nell’industria degli esplosivi fin dalla fondazione è testimoniata dai numerosi premi vinti nelle varie esposizioni internazionali di quell’epoca.
Quando il primo evento bellico del XX secolo costringe a concentrare tutte le forze produttive sulle esigenze di guerra, il Dinamitificio non giunge impreparato perché, oltre ad aver costruito un nuovo stabilimento (l’Allemandi), sin dai primi anni del ‘900 ha arricchito la biblioteca di testi su armi ed esplosivi per l’esercito; se non è preveggenza questa, è sicuramente una strategia d’azienda vincente.
Terminata la guerra, inizia un periodo di profonda crisi produttiva, ed allora la Direzione investe in iniziative alternative: la biblioteca lo dimostra con la comparsa di volumi sulle vernici, sulla seta, sulla carta, sulle materie plastiche (queste ultime verranno riprese con più forza durante la seconda guerra mondiale).
Puntando sui concimi chimici prima e sulle vernici poi (DUCO), il Dinamitificio può superare la crisi dei primi anni ’20, anche grazie ad una organizzazione aziendale molto snella ed alla capacità di innovazione dei suoi tecnici.
Arriva quindi anche la seconda guerra mondiale, con la conseguente forte richiesta di esplosivi bellici.
Terminata la 2^ guerra mondiale, il management aziendale (ora così viene definita la dirigenza in azienda, con terminologia di chiara importazione americana) comprende che le armi sono profondamente cambiate ed è assolutamente necessario seguire il progresso.
Ancora una volta i volumi che confluiscono in biblioteca ci indicano il nuovo indirizzo: compaiono infatti i primi testi sui missili e sulle armi aviotrasportate (1946), i primi testi sul nascente mezzo televisivo e sulle nuove frontiere della microfotografia.
Anche la società nel frattempo è molto cambiata, ed allora ecco che in biblioteca compare un serie di volumi sulla Medicina del Lavoro, a documentare l’ammodernamento dell’infermeria dello stabilimento.
Sono anni in cui la Direzione (management… scusate) deve affrontare tematiche lontane da quelle tecniche cui era abituata; così nel 1956 compare nella biblioteca il primo volume che tratta le problematiche relative alla Direzione Aziendale.
Dopo un primo sommario sguardo ai circa 550 volumi ritornati ad Avigliana (si può ben dire che sono ritornati a casa loro), e benché sian solo libri … concludo queste brevi riflessioni con la speranza che qualcuno più bravo dello scrivente e con maggior rigore scientifico abbia il desiderio e la voglia di approfondire i vari aspetti tecnici, sociali, storici, ecc. appena accennati in queste righe.