Le architetture civili

Casaforte del Beato Umberto


L’imponente edificio tardomedioevale, articolato in un corpo centrale e in maniche laterali, erette a delimitare un’ampia corte centrale, appare pertanto composto da una residenza padronale di considerevoli proporzioni, abbellita nel piano alto da una splendido loggiato e da costruzioni periferiche adibite a funzioni di servizio, che lo riconducono alla tipologia della casaforte.
Oltre alle dimensioni e alla presenza di tratti di merlatura, oggi murata, proprio la sua particolare posizione, relativamente isolata e dominante sull’ingresso della via, lungo cui si sviluppa il tratto più antico del Borgo Vecchio, ne giustifica l’interpretazione come struttura ad impianto residenziale-difensivo.
La protezione dell’accesso – consentito esclusivamente da un ponticello in muratura – garantita da un massiccio portale secentesco a bugnato con timpano sovrastante e volute, sottolinea il senso di isolamento del complesso.
 


 

Casa Senore


La Casa Senore è anche ricordata come “Casa del Vescovo”, sebbene Avigliana non sia mai stata sede episcopale. Affacciata sulla antica strada di Francia che attraversa il Borgo Vecchio di Avigliana, è, nello stesso tempo, una preziosa testimonianza di tipologie architettoniche civili emergenti nel tessuto urbanistico medievale.
La costruzione trecentesca è caratteristica per il paramento murario ‘a spina di pesce’ ed il portico con archi a sesto acuto ornati da cornici in cotto e capitelli in pietra; le bifore al primo piano spiccano per eleganza.
Dell’edificio originario sono sopravvissuti soltanto la parte porticata e due piccoli ambienti al di sopra di essa. La costruzione, rimasta per lungo tempo senza copertura, fu oggetto nei primi anni del secolo ventesimo di un sistematico intervento di restauro, consistente nella posa delle basi, delle colonnine e dei capitelli in pietra di Bussoleno sul modello della casa di Porta Ferrata.

 

Casa di Porta Ferrata


Dell’edificio originario non resta che la facciata, oggetto di un attento restauro, come si rileva dal confronto con le fotografie ottocentesche che ne documentano lo stato precedente. Per quanto lacunosa, la sua struttura edilizia si offre come uno degli esempi più significativi della monumentalità medioevale aviglianese; il suo pregio appare ulteriormente rafforzato dalla particolarità del repertorio di forme decorative proposte.

Il portico presenta arcate a sesto acuto, evidenziate da cornici in cotto e rette da pilastri tondi in muratura, coronati da capitelli scolpiti con figure fantastiche.
La fascia marcapiano è composta da archetti incrociati sostenuti da mensoline con teste di uomini, di animali e di esseri grotteschi.
Le eleganti bifore trilobate – un ormai raro motivo architettonico-decoratico aviglianese – sono sorrette da un’esile colonnina in pietra con capitello scolpito e racchiuse da cornici in cotto dagli effetti chiaroscurali.

La bellezza d’insieme è testimoniata anche dal particolare interesse che indusse Alfredo D’Andrade a studiare il monumento, fino a riprodurlo fedelmente nel Borgo Medioevale di Torino – realizzato in occasione dell’esposizione del 1884 – accanto ad altri edifici desunti dai modelli ritenuti più significativi tra gli edifici piemontesi e valdostani del XV secolo sopravvissuti.
 
 
 
 

 
 

Piazzetta S. Maria


Pittoresca piazza situata nel Borgo Vecchio, lungo la via di Francia e circondata da case con resti di decorazioni gotiche in cotto del XV secolo.

La casa situata tra la Via XX Settembre ed il Vicolo Santa Maria, che porta alla omonima chiesa, (in basso a destra nella foto) presentava – come è possibile scoprire osservando vecchie fotografie di fine ottocento e di inizio novecento – una meridiana ad ore vere solari, orientata a levante e vecchie insegne di botteghe, che sottolineano l’importante ruolo commerciale svolto dal borgo aviglianese nel passato.
 
 
 
 
 

Torre dell’Orologio


La torre di forma ottagonale, innalzata intorno alla fine del ‘300 ed inserita nel circuito fortificato trecentesco del Borgo Nuovo, è ricca di decorazioni, con un giro di archetti pensili, ad imitazione di beccatelli, e si allarga verso l’alto formando un’altana di laterizi non intonacati con otto finestre ogivali.

Fedelmente riprodotta nel Borgo Medioevale di Torino, costruito al Valentino per la Mostra del 1884, viene erroneamente denominata “Torre dell’Orologio”, forse a ricordo di un’altra vicina grande torre d’angolo, già sede del comune medievale e, secondo la tradizione, fornita di un orologio pubblico installato nel 1330, primo in Piemonte e secondo in Italia dopo quello di S. Eustorgio in Milano.

Quest’ultima, facilmente identificabile nell’iconografia seicentesca del borgo, si ergeva al fondo dell’omonima via, all’angolo delle cortine murarie; incendiata e distrutta presumibilmente durante la presa di Avigliana del 1691, fu definitivamente rasa al suolo sul finire del XIX secolo.

La torre è prossima all’area su cui sorgeva la residenza della famiglia Testa – che diede i natali al frate agostiniano Cherubino (1451-1479), beatificato nel 1865 – e forse ne è riconoscibile come una delle tracce residue.
 
 
 
 
 
 

Pozzo di piazza Conte Rosso


All’interno della cinta muraria medievale, scavati sul rilievo roccioso su cui sorge la città, come all’esterno, verso la campagna punteggiata di cascine e di edifici rurali, esistono numerosi pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua, di diverse epoche costruttive, di varia profondità, alcuni a presa diretta altri addirittura con doppie camere di riserva dell’acqua.
Tra tutti il più conosciuto e il più importante è sicuramente il monumentale pozzo risalente al XIV secolo situato quasi al centro della Piazza Conte Rosso, rinomato per la considerevole profondità’- 45 metri – e per l’abbondanza e la stabilità d’acqua della sua falda.
Nell’ottocento, durante lavori di pulizia, vennero estratti dal fondo innumerevoli oggetti di varia importanza sia storica che archeologica. Tra questi un frammento di colonna scolpita – ora al Museo Civico di Susa – della seconda metà del XIV secolo raffigurante un frate francescano dalle sembianze di volpe nell’atto di predicare a fedeli rappresentati da galline, oche e anatre.
Inoltre una profonda incisione sulle pietre di coronamento del pozzo – M.A. 1787 – ricorda che esso fu fatto restaurare da Michele Alotto, sindaco di Avigliana e nonno materno di Norberto Rosa, sul finire di quel secolo.