A PROPOSITO DI CENTRO STORICO

A) TRATTO DA “LA LETTURA DI AVIGLIANA MEDIOEVALE E LA SUA VERIFICA SECONDO LA TEORIA DEL POTENZIAMENTO VISIVO (QUADERNI DI STUDIO DEL POLITECNICO – 1967)”

Cito alcune affermazioni:
…. “la posizione delle chiese, gli spazi creati dalla Piazza Santa Maria, dal Largo Beato Umberto, la rampa che conduce al Castello, confermano l’aderenza al principio delle situazioni angolari di privilegio, fattore che si puo’ considerare come un primo elemento di analisi di un complesso storico medievale….
Avigliana stessa presenta in elevazione questa graduale gerarchia edilizia, tanto che troviamo sul culmine il turrito castello, anticipato pero’ da un itinerario tessuto di architetture minori sulle quali spiccano incastri piu’ preziosi e vivi d’interesse. Vediamo come la sede di comando sia costretta nella morsa di due centri religiosi, la Chiesa di San Giovanni e il Palazzo del Vescovo, che la serrano nel rispetto di un’autorità ecclesiastica importante faro di civiltà nel mondo medievale….
Successivamente (dopo il XII sec), per il desiderio della Regina Adelaide che volle colmare il distacco esistente tra il castello ed il borgo con la costruzione di un nuovo nucleo e il completamento della cinta difensiva, Avigliana si arricchisce di una piazza piu’ vasta, ma di altro significato. I due borghi si distinguono per una sostanziale diversità: il primo (Borgo Vecchio) , piu’ antico, rimase sempre centro di transito e quindi lungo la sua via principale si disposero gli edifici nei quali la nobiltà aveva la sua residenza e le sue rappresentanze e le costruzioni che offrivano al viandante riposo e sostegno. Il Borgo Nuovo è invece zona di sosta che realizza nella piazza S. Croce una calma prospettiva aperta verso il castello ed un luogo favorevole al commercio ed alle fiere che periodicamente si tenevano. Per questo è molto vasta, aperta da un lato; non una piazza di transito, bensi’ un luogo destinato ad una sosta prolungata, ad una tappa per la passeggiata verso il castello….
Questa spina dorsale…nella stessa Avigliana si snoda partendo dalla Chiesa di San Giovanni e proseguendo fin oltre il Palazzo del Vescovo. Tra i due poli, rappresentanti l’autorità religiosa, il centro sparpaglia i suoi edifici principali e la spina diventa, nella Piazza di Santa Maria, il “core della citta’. …. Il core significa qualcosa di piu’ di cuore; esso indica un “elemento che fa di una comunità una comunità e non un semplice aggregato di individui” (termine coniato nel congresso inglese del 1951 che studiò l’IMPORTANZA EMINENTEMENTE UMANA del “core” cittadino). Nel Medievo e fino al ‘500 quando l’atto del camminare era una regola e non l’eccezione, tutte le città ricordavano questa esigenza impellente dell’uomo e davano ad essa la possibilità di attuarsi. La “royant du pieton” come Le Corbusier chiama il diritto del pedone è uno dei parametri certi per misurare l’efficacia di un’architettura del Medio Evo.
Infatti, non è necessario che il “core” rappresenti il luogo di riunione, mentre indispensabile è la caratteristica eminentemente umana. In verità per secoli i due fatti hanno potuto coesistere: presso i Greci ed i Romani l’agorà ed il forum hanno difeso i diritti del pedone con assoluta intransigenza.

B) TRATTO DA “PRINCIPI E FORME DELLA CITTA’” ED. SCHEIWILLER -1993

“Nei primi documenti scritti dall’uomo che possiamo leggere, i geroglifici, l’ideogramma che significa città è una croce inscritta in un cerchio. La croce rappresenta la convergenza delle strade di accesso al centro della città, che ridistribuiscono uomini, merci e idee. …. Nessuna altra definizione sembra più adatta di quella egiziana, la più antica di tutte. Comunicazione piu’ sentimento di aggregazione, cioè una speciale attitudine per l’attività di scambio unita a un particolare senso di identificazione sociale: non e’ forse questa l’essenza della città?
L’innovazione tecnologica e lo sviluppo economico sono necessariamente conseguenti al buon impiego di una tale combinazione.” (Il crocicchio dentro le mura, di Roberto Sabatino Lopez)