Due cuori e un capannone

Ma non erano “due cuori e una capanna”?
Si, ricordiamo bene: erano “due cuori e una capanna” e il pensiero andava, un tempo,  a due innamorati ed al loro sogno di condividere un vita insieme, magari frugale, modesta, ma in una casa tutta loro ove regnassero amore, armonia e serenità.
Col tempo, le ambizioni di moltissimi sono decisamente –  comprensibilmente – cresciute, dalla piccola casetta si è passati all’appartamento, magari coi mobili di design, i mille elettrodomestici, quando non alla villa, alle seconde case, ai viaggi all’estero, nei paesi esotici e così via.
Dunque l’espressione “due cuori ed un capannone” forse s’è attagliata di più, nel recente passato, ai desideri ed obiettivi di molti.
Ma i tempi stanno cambiando (verosimilmente, sono già inequivocabilmente cambiati): “è finita l’era dell’abbondanza” dice il Presidente francese Macron ed è sotto gli occhi per moltissimi il forzato ridimensionamento delle proprie possibilità, un po’ in tutti i campi.
Purtroppo, le difficoltà di momento impattano pesantemente anche sul mondo del volontariato, chiamato a fare di più, per l’emergenza sociale che non si ferma (senza trascurare le necessità connesse al terribile conflitto tuttora in corso), ma con risorse sempre più scarse a disposizione e costi in forte crescita: basti pensare all’aumento del costo dei generi alimentari, che incide tantissimo su chi, come la nostra associazione, sostiene le mense per i più bisognosi.
In questo contesto che ci chiama tutti alla “resilienza” e ci costringe, verosimilmente, ad abbandonare l’idea del “capannone” per tornare ad una più modesta “capanna” (chissà, magari più felice …..) , cerchiamo di non dimenticare, pur tra le nostre comprensibili difficoltà, i più bisognosi, gli emarginati, e sappiamo ricomprendere tra i valori che animano la nostra vita quello della solidarietà e dell’amicizia.

Il presidente