Alcune osservazioni tratte dalle relazioni delle mense

Dalle undici realtà che aiutiamo con i fondi raccolti fra voi donatori, abbiamo ricevuto le relazioni sulle attività svolte nel corso del 2021. Nove lavorano sul territorio torinese e due nel Pinerolese. I testi integrali sono a vostra disposizione sul nostro sito alla voce: “Le mense raccontano”.

In queste poche righe tenterò di mettere in evidenza alcuni aspetti fra i più interessanti che emergono dai vari racconti.

Primo fra tutti il peso preponderante che ha avuto la pandemia. Essa ha creato a tutte le strutture serie difficoltà, ma è stata anche per molte di loro un’occasione per mettersi alla prova. Pur di continuare il proprio lavoro in un momento di forte disagio prima di tutto per gli utenti, hanno fatto ricorso al massimo possibile di creatività e di elasticità organizzative. Nel 2021, come nell’anno precedente, i continui cambiamenti nel quadro generale, nella gravità dell’epidemia e nella normativa hanno richiesto un continuo adeguamento dei servizi offerti al pubblico.

In particolare la difficile situazione sanitaria ha impedito di mettere in atto le usuali forme di raccolta fondi (le vendite di fiori, i mercatini dell’usato ecc.). Inoltre ha reso molto più complicato aiutare in casa le persone che avevano bisogno di assistenza domiciliare. Per non dire dei problemi legati alla distribuzione dei pasti in ambienti chiusi.

La situazione è in continuo cambiamento anche oggi che finalmente sta tornando una certa normalità: piano piano si cerca di rimettere in piedi i servizi sospesi. Ad esempio dalla parrocchia di Sant’Agostino ci raccontano che da novembre ha ripreso a funzionare il doposcuola.

Da tutti emerge la forte volontà di non lasciare soli gli assistiti. La mensa di Sant’Antonio, che negli anni scorsi aveva costantemente assicurato circa 100 pasti al giorno, a sedere in mensa, dal 2020 ad oggi ha distribuito più di 700 pasti completi da asporto con un incremento del doppio nell’ultimo anno. E ancora la mensa di Sant’Alfonso ci comunica che nel 2021 sono stati distribuiti 220 sacchetti da asporto ogni giorno, e questo malgrado la distribuzione di viveri comporti spese molto più consistenti che non l’offerta di un pasto caldo in mensa!

Altre questioni importanti emerse dalla maggioranza delle relazioni sono le seguenti: in primo luogo nessuna struttura ha rinunciato neppure temporaneamente ad offrire i propri servizi. Inoltre risulta in molti casi la dimostrata capacità di consolidare la collaborazione con altre realtà presenti sul territorio e impegnate nel sociale. E ancora le realtà più forti hanno saputo ingegnarsi per far fronte alle chiusure di strutture più fragili che non sono state in grado di reggere l’impatto devastante della pandemia.

Altro aspetto, forse ancora più rilevante, ben presente nelle relazioni è l’impegno a salvaguardare la qualità dell’accoglienza: tutti mostrano di aver saputo dare molta importanza all’ascolto e alla cura della persona. Offrire del cibo di per sé non basta se insieme non si cerca di venire incontro ad altri bisogni, anche i più banali ma non meno essenziali, manifestati dagli utenti.

In particolare questo dato è ben evidenziato nella relazione sulla mensa del Sacro Cuore di via Nizza dove si dice della necessità di trasformare il centro in “un polo caritativo polifunzionale”. Anche a Santa Luisa si lavora perché le singole persone possano soddisfare bisogni vari oltre a quello del cibo, come la cura dell’igiene, la salvaguardia dei propri bagagli, l’attenzione per i propri animali e molto altro.

Le fonti attraverso cui le varie strutture si riforniscono del necessario sono varie e eterogenee. Per quanto riguarda l’approvvigionamento di risorse alimentari, che è l’ambito nel quale operiamo noi, il Banco Alimentare è senz’altro il protagonista principale. Altri attori sono ad esempio Il Comune di Torino, vari supermercati, negozi, panetterie, mercati, ristoranti – soprattutto in tempo di Covid -. Particolare attenzione va data all’attività di riciclo e riuso praticata dalla mensa del “Buon Samaritano” che tutti i sabati raccoglie alimenti freschi avanzati al mercato cittadino per distribuirli nel primo pomeriggio, insieme ad altri alimenti a lunga conservazione, a circa 40 famiglie.

Quanto al nostro contributo, risulta che abbiamo saputo garantire nel 2021 un aiuto costante che è oscillato, a seconda delle situazioni, fra il 20% e il 50% del fabbisogno alimentare. La continuità del nostro intervento è stata una condizione essenziale per la sopravvivenza delle mense e dovrà esserlo anche in futuro. Ma non meno importante è stata la scelta di concentrare le risorse su realtà che sapessero mettere al centro del loro intervento la cura della persona e della dignità di ogni utente. Anche questo ha contribuito al mantenimento di un servizio che nell’ultimo anno è stato messo duramente alla prova.