Mensa della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù

Visita alla Mensa della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù

21 ottobre 2021

Quando Lino, Domenica, Roberta ed io siamo arrivati alla mensa del Sacro Cuore di Gesù, una grande parrocchia situata nel tratto semicentrale di via Nizza, poco oltre il cuore di San Salvario e prima della zona ospedali, Alessandra ha immediatamente interrotto il lavoro di “imbianchina” in un nuovo locale per iniziare subito a raccontarci dei momenti più duri della pandemia accorgendosi solo dopo qualche minuto di aver quasi saltato saluti e presentazioni, facendoci così sentire la grande passione con cui si occupa della sua attività e quanto impegno abbia richiesto e stia ancora richiedendo la situazione che stiamo vivendo da un anno e mezzo e che ancora non è del tutto superata.

Alessandra, alla quale per un breve momento si è aggiunto anche il parroco Don Riccardo, ci ha raccontato cosa, il primo periodo di lockdown “duro” della primavera del 2020 e poi le nuove chiusure dell’autunno- inverno 2020/2021, abbiano voluto dire per una realtà come una mensa per persone in difficoltà. Innanzitutto alcuni volontari, in particolare i più anziani, più esposti al rischio di conseguenze gravi in caso di contagio, hanno dovuto interrompere la loro attività e a fronte di un diminuito numero di volontari è aumentato il numero delle persone bisognose di aiuto, non solo per le maggiori difficoltà economiche ma anche per la chiusura di molte altre mense e istituzioni che se ne occupavano. Ma non si è trattato solo di fornire un maggior numero di pasti e con modalità diverse, approntando una struttura all’aperto o distribuendo pacchi da portare fuori dai locali della Parrocchia, con la pandemia si sono ampliati anche i bisogni: quale rispondenza poteva trovare quell’#io resto a casa continuamente ripetuto in chi una casa non ce l’ha? In questa situazione la mensa del Sacro Cuore, ricorrendo a nuovi volontari più giovani, è riuscita innanzitutto a non chiudere mai e a soddisfare anche esigenze di cui non si occupava in precedenza, esigenze che sono andate dall’igiene personale all’aiuto psicologico; la necessità di un supporto psicologico si è posta subito, per chi con l’interruzione del lavoro a causa della pandemia ha visto venire meno le certezze cui era abituato, per i giovani privati di momenti e spazi di aggregazione e anche per chi a prescindere dalla situazione economica ha vissuto il disagio della solitudine e della grande incertezza collettiva di quel periodo, incertezza che la continua diffusione di informazioni spesso mutevoli e discordanti sul virus in Italia e nel mondo da parte dei mass media contribuiva ad alimentare, e anche per questa necessità la Parrocchia è riuscita a coinvolgere persone esperte. Solamente nell’offrire un riparo notturno la mensa del Sacro Cuore non è riuscita a supplire ai dormitori che avevano chiuso o ridotto la capienza: Alessandra ci ha raccontato di come abbiano pensato anche a questo e di come non sia stato tecnicamente possibile, ma – ripetiamo – è l’unico dei tanti bisogni che la mensa non sia riuscita a soddisfare. Ricordiamo ancora come anche nei momenti più difficili la mensa del Sacro Cuore non abbia mai chiuso: Alessandra ce lo ha raccontato, e noi non possiamo che riconoscere questo grande risultato dell’impegno suo e dei volontari del Sacro Cuore, ma le preme anche a sottolineare che le difficoltà erano così tante che chi le ha comunque affrontate e superate non ha per questo il diritto di giudicare o puntare il dito contro chi non c’è riuscito e ha dovuto chiudere.

Passato il periodo più difficile, ora la mensa sta lavorando per adeguare un nuovo locale al chiuso dove somministrare i pasti, visto il periodo invernale ormai prossimo, e alla fine Alessandra ci ha portato a vedere i lavori in corso, proprio quelli che aveva momentaneamente lasciato per venire a parlare con noi.

Pier Luigi