UNA GIORNATA IN TRAM
STORYTELLING RISORSA
Le testimonianze dei nostri Volontari proseguono con la “giornata” di uno di loro. Era d’autunno, tanto tempo fa:
In occasione dell’affissione sui mezzi GTT della locandina che annunciava l’apertura del Centro di ascolto dell’Associazione Risorsa presso Cipes, la Presidente mi chiese di verificare quali fossero le reazioni della gente alla vista del nostro annuncio, appeso con un cordino ai mancorrenti di tram e autobus cittadini. Esistevano infatti, all’interno di Risorsa, due correnti di pensiero: i falchi sostenevano che la parola “mobbing” era scritta in caratteri troppo piccoli e che, quindi, non si capiva di che cosa ci occupavamo; le colombe sostenevano che una pubblicità istituzionale, con il Patrocinio della Provincia di Torino, non poteva usare toni da crociata….Fu così che un giorno usai tram e bus e non la solita auto per i miei spostamenti. Il primo impatto fu sconfortante….la locandina faceva bella mostra di sé, lassù in alto, ma gli sguardi dei passeggeri erano rivolti in basso: ognuno appariva chiuso nei suoi pensieri, ripiegato in quel “privato” che è il dato emergente delle indagini sociologiche di questi ultimi anni. Nessuno guardava la locandina, così prestai orecchio alla conversazione telefonica (su cellulare) di una giovane studentessa, di circa 15 anni. Stava parlando in perfetto inglese con una sua amica in Australia, che era in procinto di prendere l’aereo per raggiungerla; per sapere l’orario di arrivo telefonò poi alla mamma, annunciando che la sera sarebbe rientrata tardi, poi, insoddisfatta, chiamò il padre in America, chiedendo il permesso (si fa per dire) di non andare a scuola per qualche giorno e accompagnare l’amica in giro per l’Italia. Non vi dico lo sbigottimento di un’anziana signora seduta davanti a lei: forse era una “Maestra Unica” e, nell’abbigliamento, ricordava infatti la maestria dalla penna rossa di deamicisiana memoria. Nel mondo globale esistono ormai queste fasce di popolazione ad alto reddito ed estremamente emancipate, che non si fermano nemmeno di fronte ai costi delle telefonate in roaming internazionale. Certo questa ragazzina non subirà mai il mobbing, penso io, forse lo potrà subire l’anziana maestra, se la tendenza è dare più credibilità al “Gran Maestro Unico” Licio Gelli, riapparso di recente in TV ! Salgo su un altro bus: stessa locandina, stessi sguardi bassi dei passeggeri…Ma la scena si movimenta: salgono due giovani rumeni che, nella loro lingua, si preparano a sfilare il portafoglio al primo sprovveduto. Li sente un anziano connazionale che, rivolgendosi a loro prima in rumeno e poi in italiano, per farsi capire da tutti, li invita energicamente a scendere e a non sfruttare il paese che li ha accolti e in cui vivono. Una bella lezione di educazione civica, partita da un anziano, per di più straniero, tra l’indifferenza, ancora una volta di tristissimi passeggeri, forse rassegnati a subire scippi, violenze e quant’altro!
Questo è il mondo di oggi, diviso tra ricchezza e povertà, tra diritti e doveri. Forse il mobbing è solo un problema che riguarda poche persone e ci sono cose più importanti: questo è il mio primo pensiero, e, francamente, sono abbastanza deluso. Quando poi alcune persone si sono presentate al nostro Sportello d’ascolto, perché avevano letto la nostra locandina, mi sono ricreduto. Prima di tutto, erano rimasti favorevolmente colpiti dalla grafica e il messaggio era stato capito, poi, alcuni di loro ci hanno raccontato delle storie veramente tristi, per cui il nostro impegno nel cercare di risolvere i loro problemi, si è moltiplicato e il nostro unico cruccio è di non poter dare a tutti una soluzione pronta: ogni caso rappresenta una situazione particolare, con soluzioni diverse, che la nostra piccola Associazione, da sola, non può ancora risolvere appieno…ma ci stiamo attrezzando !