RESILIENZA: DAL MOBBING ALLE BUONE PRASSI
C’è un nostro Volontario che ha un “pallino”: è convinto che il mobbing possa essere debellato solo se cambia la “cultura” delle aziende riguardo al benessere dei dipendenti. Tale benessere è solo uno degli aspetti del più vasto concetto di “Responsabilità sociale d’impresa” (CSR), che viene percepito principalmente come tutela dell’ambiente e come qualità dei prodotti per uno sviluppo sostenibile. Anche se viene smentito dalla realtà delle persone che si rivolgono a Risorsa proprio perché il mobbing sussiste e pare non esserci alcuna intenzione delle aziende di aderire ai principi delle “buone prassi aziendali”, il nostro Volontario persiste nello studio di questo argomento e ci trasmette la sintesi di un seminario (rigorosamente online) tenuto a Genova nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile. Con l’organizzazione di Eticlab http://eticlab.org e il patrocinio di Enti Pubblici, all’interno del Festival è stato presentato un “Salone della CSR e dell’innovazione sociale”. E’ un Salone itinerante con tappe in tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia. Non si sarebbe potuto organizzare senza l’apporto di aziende “virtuose” che hanno presentato le loro buone prassi e che, dunque, esistono: in questo caso erano 12! Sono ancora poche, ma grazie ai loro contributi, la cultura della Responsabilità Sociale comincia a diffondersi. In Piemonte poi esiste uno specifico progetto in partenariato tra la Regione e Unioncamere, https://www.csrpiemonte.it/progetto/csrpiemonte.htm Enti con i quali Risorsa ha cominciato a collaborare presentando il suo “Quaderno del mobbing” dedicato proprio alle Buone prassi e alla CSR. La tappa di Genova del Salone era intitolata “Resilienza trasformativa e voci plurali”. Il nostro Volontario è stato incuriosito dalla parola “resilenza” perché la resilienza è uno dei consigli che diamo più spesso al nostro Sportello d’ascolto e orientamento, volendo significare che al mobbing si può rispondere con una resistenza attiva (la resilienza) da parte di chi lo subisce mentre le “voci plurali” sono quelle dei partecipanti al seminario. Dunque, così racconta le 2 ore di webinar:
La resilienza qui intesa è quella Enti Pubblici e di aziende di fronte all’emergenza del corona virus e di come questa si è contrastata a Genova, città che amo, non solo per il mare, ma anche per la capacità di “rimboccarsi le maniche” dei suoi abitanti dopo le numerose calamità, naturali e non, che l’hanno colpita. Per una volta, vengo meno alla regola di non citare nomi di relatori, perché si tratta di un personaggio pubblico, il Sindaco di Genova, Bucci. Come faranno anche altri relatori, egli individua un freno alla ripresa economica nella “burocrazia” L’esempio più eclatante è quello della ricostruzione del ponte Morandi, ove, per by-passare l’italico “blocca cantieri”, si è fatto ricorso al protocollo europeo in materia di appalti che prevede l’assegnazione dei lavori alla compagnia vincitrice della gara d’appalto, senza “short list” di altri concorrenti. Questi infatti facevano ricorso, appellandosi al fatto di essere tra “i primi 5” e così, in attesa di sentenza della magistratura, il cantiere in questione veniva bloccato, con conseguenze anche sui lavoratori, che – aggiungo io- specie di questi tempi, lavorando all’aperto e quindi a basso rischio contagio, avrebbero potuto in altri cantieri d’Italia portarsi avanti con i lavori. A Genova questo non è successo grazie all’ utilizzo del protocollo europeo e il ponte Morandi sarà presto riaperto (tra l’altro sarà un’opera d’arte per l’apporto di Renzo Piano). Un’altra misura è stata quella di monitorare le entrate e le uscite dal cantiere per evitare infiltrazioni mafiose. Altri relatori di Amministrazioni Pubbliche (questa volta non citati, per il rispetto della privacy) hanno sottolineato l’erogazione di fondi alle imprese non previsti a livello nazionale e ricordato che negli indicatori delle Strategie Nazionali per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), purtroppo il mondo del lavoro è stato fortemente penalizzato in questo periodo. Poiché l’argomento era di mio interesse, sono andato a ricercare questi indicatori che sono le cosiddette 5 P (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Parnership): ebbene, ben 3 macro – indicatori ponevano come obiettivi delle strategie lo sviluppo del potenziale umano, la promozione della salute e del benessere, la piena occupazione e la formazione, l’eliminazione di forme di discriminazione. Quali migliori indicazioni per contrastare il mobbing, naturalmente, se recepite dall’Amministrazione, dalle aziende e dalla società civile… Esponenti del mondo della ricerca e dell’Università hanno poi portato all’attenzione i temi classici della sostenibilità nell’ambiente. Infine aziende, grandi e piccole, hanno raccontato le loro storie di come sono cambiate a seguito della pandemia. Si va da donazioni fatte dalle grandi aziende per la ricostruzione economica (dal materiale medico, ai sistemi di rilevazione, addirittura all’allestimento di una “nave ospedale” e all’aerazione delle navi da crociera) in cui si è sottolineato l’impegno straordinario dei dipendenti (è il coinvolgimento, non l’esclusione, ciò che potrebbe rimuovere il mobbing dalla mentalità corrente), fino a forme di re-invenzione di attività come le vendite a domicilio per il commercio al dettaglio e per l’agricoltura a chilometro zero (ecco la resilienza trasformativa !). A conclusione, mi piace a questo proposito ricordare l’esperienza di una Impresa Sociale (evoluzione, speriamo in meglio, delle cooperative sociali) che ha pensato di fornire servizi per le famiglie (animazione e scuola per i piccoli, smartworking per i lavoratori e anche aiuto contro le violenze sulle donne)