TREDICI ANNI DI MOBBING E CONFINATA IN UNA STANZA DI 8 METRI QUADRI
Quello che ci ha colpito in questo articolo, al di là del fatto grottesco, è quel confinamento in una stanza di 8 metri quadri. Per non renderla riconoscibile la chiameremo Luisa, come la Presidente di Risorsa. Anche lei fu costretta a lavorare in una piccola stanza: anche lei fece causa e la vinse…
Aveva osato multare il proprio Ente pubblico per la cartellonistica non conforme. Per 13 anni subisce le angherie della dirigenza. Il tribunale di Torino mette la parola fine, salvo Cassazione, e riconosce ad una funzionaria di polizia il danno professionale, accollando all’ente le spese di lite. Dice Luisa: “Sono contenta ma devono pagare i diretti responsabili e non i cittadini, ecco perché porto tutto alla Corte dei Conti”
E’ finita con l’Ente condannato a pagare oltre 45mila euro di danni per la storia della funzionaria di polizia punita per aver fatto (bene) il suo lavoro, osando multare il suo stesso ente. E’ la vicenda di Luciana C., 62 anni, da più di 30 funzionario tecnico provinciale che, dal 2001 allora e per tredici anni fu mobbizzata e in ultimo – nonostante le condanne che ne seguirono – fisicamente e moralmente mortificata a lavorare in ufficio di otto metri quadri senza finestre, caso evidente di demansionamento.
La funzionaria era responsabile della polizia stradale quando nel 2001 s’imbatté in una cartellonistica di cantiere del suo stesso ente, senza indicazioni del geometra, l’importo lavori e la loro scadenza. Tutto quanto invece viene preteso dai comuni cittadini anche solo per spostare un cancelletto. Lei non ci pensa due volte ed eleva un verbale (con multa ancora in lire, da 100mila !) che farà dire a molti, compresi i vertici dell’ente: “Bella figura di merda, ora ci multiamo da soli”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano – 23 gennaio 2017