RAPPORTO ILO SU MANCANZA LAVORO E RETRIBUZIONI INADEGUATE NEL MONDO
Questo comunicato stampa ci è giunto, tramite un nostro volontario, quando non era ancora scoppiata l’emergenza corona virus. Alle conclusioni drammatiche qui riportate, si aggiunge il crollo dell’economia mondiale e i dubbi sulla ripartenza se non cambierà il modello di sviluppo, non solo nella vita privata, ma anche nel mondo del lavoro. In questo quadro pare che il problema del mobbing sia ampiamente superato da necessità di sopravvivenza. Noi di Risorsa non vorremmo però che finanza, mercato (e imprenditori di pochi scrupoli) avessero il pretesto di eliminare i diritti e la dignità dei lavoratori, già così compromessa. Rimaniamo pertanto a disposizione per fornire aiuto e suggerimenti a quanti ce lo chiederanno.
Secondo l’ultima edizione del rapporto annuale sulle tendenze occupazionali e sociali nel mondo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, esamina le questioni chiave del mercato del lavoro, tra cui disoccupazione, sottoutilizzazione della forza lavoro, povertà lavorativa, disuguaglianza di reddito, quota del reddito da lavoro e fattori che escludono le persone dal lavoro dignitoso. Le conclusioni sono che quasi mezzo miliardo di persone nel mondo sono colpite da mancanza di lavoro dignitoso, che, unita all’aumento della disoccupazione e alla persistenza delle disuguaglianze, sta rendendo sempre più difficile crearsi una vita migliore attraverso il lavoro. Inoltre, questa massa enorme di persone lavora meno ore retribuite o non ha accesso al lavoro retribuito. Il rapporto mostra che nel 2020 la disoccupazione dovrebbe aumentare di circa 2,5 milioni . La disoccupazione a livello globale è stata pressoché stabile negli ultimi nove anni, ma il rallentamento della crescita economica implica che all’aumentare della forza lavoro a livello globale non corrisponda un incremento tale di posti di lavoro da assorbire i nuovi ingressi nel mercato del lavoro.
Il rapporto mostra che la discrepanza tra l’offerta e la domanda di lavoro non è solo una questione legata alla disoccupazione ma anche ad un’ampia sottoutilizzazione della forza lavoro. Oltre al numero totale di disoccupati nel mondo di 188 milioni, 165 milioni di persone hanno un lavoro con retribuzione inadeguata e 120 milioni hanno rinunciato a cercare attivamente nel mercato del lavoro o non hanno accesso al mercato del lavoro. Oltre 470 milioni di persone nel mondo debbono fronteggiare questo tipo di problemi.
Il rapporto analizza anche le disparità nel mercato del lavoro. I nuovi dati e le stime dell’OIL dimostrano che, su scala mondiale, le disparità di reddito sono maggiori di quanto finora pensato, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. A livello mondiale, tra il 2004 e il 2017 la quota di reddito nazionale relativa al lavoro (invece che agli altri fattori della produzione) è diminuita sostanzialmente dal 54 al 51 per cento. Questa diminuzione, economicamente importante, è stata più pronunciata in Europa, in Asia centrale e nelle Americhe. Secondo quanto emerge dal Rapporto, questa tendenza si poteva già avvertire a partire dalle stime precedenti. Si prevede che nel 2020-2021 la povertà lavorativa moderata o estrema aumenterà nei paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, aumenteranno anche gli ostacoli alla realizzazione dell’obiettivo di sradicare la povertà ovunque entro il 2030. Attualmente la povertà lavorativa (definita come reddito inferiore a 3,20 dollari al giorno a parità di potere d’acquisto) colpisce più di 630 milioni di lavoratori e lavoratrici, cioè una persona su cinque nella popolazione attiva su scala mondiale
Secondo quanto emerge dal rapporto, altre disuguaglianze importanti — relative al genere, l’età e la localizzazione geografica — rimangono caratteristiche persistenti nel mercato del lavoro attuale, limitando sia le opportunità individuali sia la crescita economica generale. Un dato particolarmente sconcertante è che 267 milioni di giovani (15-24 anni) non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione, mentre sono ancora più numerosi coloro che lavorano con condizioni di lavoro sub-minime. Afferma Stefan Kulm, co-autore del rapporto: “Sarà possibile individuare un percorso di sviluppo sostenibile e inclusivo solo affrontando questo tipo di disuguaglianze nel mercato del lavoro e di disparità nell’accesso al lavoro dignitoso”. Inoltre il rapporto avverte che l’intensificarsi delle restrizioni agli scambi commerciali e del protezionismo potrebbero avere un impatto importante sull’occupazione, sia direttamente che indirettamente. In relazione alla crescita economica, il rapporto evidenzia che il ritmo e il tipo di crescita economica attuale costituiscono un ostacolo agli sforzi per ridurre la povertà e migliorare le condizioni di lavoro nei paesi a basso reddito. Il rapporto raccomanda un tipo di crescita diversa che stimoli attività economiche a più alto valore aggiunto, attraverso la trasformazione strutturale, l’aggiornamento tecnologico e la diversificazione. Dichiara sempre Stefan Kuhn che: “La sottoutilizzazione della forza lavoro e la scarsa qualità del lavoro indicano che le nostre economie e società stanno perdendo i potenziali benefici di un enorme riserva di talenti umani”. “Sarà possibile individuare un percorso di sviluppo sostenibile e inclusivo solo affrontando questo tipo di disuguaglianze nel mercato del lavoro e di disparità nell’accesso al lavoro dignitoso”.
Fonte: Comunicato stampa ILO – 20 gennaio 2020