VIAGGIO NELLA VITA- pensieri quaresimali di Claudio Albera

Le vie del Signore non sono autostrade rettilinee   ma percorsi tortuosi dove l’assalto del male è dietro la curva, dove reali sono il rischio di smarrimento e di cadute, di inciampi e ostacoli, sofferenze e prove  come una strada di montagna dove il pericolo è dietro l’angolo. In questo cammino accidentato Lui è la nostra guida, è il Padre che ci prende per mano e ci accompagna: ma noi dobbiamo fidarci totalmente di Lui e non perdere la speranza e il coraggio, consapevoli che nella mente e nel cuore di Dio vi è un progetto per ciascuno di noi e che mai ci lascerà soli. Fidarci di Dio è la condizione indispensabile per affrontare il complesso e difficile viaggio nella vita.  E Viaggio nella vita è proprio il titolo di una canzone in voga negli anni Settanta nelle assemblee liturgiche giovanili delle parrocchie, un brano composto da un giovanissimo sacerdote romano don Giosy Cento uno dei cantautori di Dio, presbiteri e laici autori di brani destinati alla liturgia e alla meditazione cristiana. Don Giosy scrive questa canzone prendendo spunto da una sua esperienza personale quando giovane viceparroco della  periferia capitolina incrocia come il Samaritano del Vangelo un gruppo di ragazzi di strada tossicodipendenti e se ne prende cura. Storie di disagio e disperazione, viaggi nella vita di una gioventù allora schiava dell’eroina e  del “buco” facile. Le strofe sottolineano il senso di stanchezza e delusione di un animo affranto:  ecco risuonare nel ritornello  un grido di speranza: Prendimi per mano Dio Mio, guidami nel mondo a modo tuo, la strada è tanto lunga e tanto dura ma con te nel cuor non ho paura. Con il Signore al nostro fianco non dobbiamo avere paura. La Quaresima è il tempo liturgico che la Chiesa ci propone per riscoprire la fede/fiducia nel Signore, per smarrire le nostre strade e incamminarci sulla via di Gesù, impegnativa, faticosa ma sicura. Le prove sono gli incidenti di percorso che ci aiutano a non dare per scontata la nostra autosufficienza. Nella parabola del Figliuol Prodigo conosciuta anche come del Padre Misericordioso il Figlio dissoluto crede di poter fare a meno del padre e si allontana dalla casa, alla ricerca di agi e piaceri effimeri ma poi avverte una stanchezza interiore, un senso di apatia che gli suscita la nostalgia di casa. Decide di tornare non senza la paura di trovare la porta chiusa e non senza temere il giudizio paterno. Il padre invece lo guarda negli occhi  gli si getta al collo e gli prepara una grande festa: immaginiamo di percorrere la strada scoscesa e di inciampare, di perdere, l’orientamento e di sentirci smarriti: Dio ci allunga la mano, la stringe e ci rialza e ci invita a seguirlo. In Cristo rinasce la speranza anche nel cuor più deluso e affranto, e se sapremo fidarci di Lui con lui raggiungeremo la sommità del Monte, quel Monte della Trasfigurazione dove Gesù  si manifesta come Figlio di Dio e dove anche noi se sapremo vestirci degli abiti di Gesù un giorno Trasfigurati in Lui e con Lui: senza questa prospettiva la vita dell’uomo è soltanto un passaggio inutile ed effimero. Dio ci offre l’opportunità di tornare a vivere con Lui ma questo significa smarrire la nostra strada, allontanarci dalla nostra mentalità e convertirci al Pensiero Dio ma con la certezza che Lui ci è accanto e ci guida. L’ascolto della Parola e la condivisione dell’eucaristia sono il viatico per poter rinsaldare il legame con Dio; la carità è la concretizzazione della Parola ascoltata e meditata, è la Parola che si fa vita, realtà, concretezza. Un cammino in salita che il Signore ci chiama a condividere nella dimensione fraterna: Fidarci di Dio, spogliarci di noi stessi e rivestirci di carità che è misericordia, perdono, aiuto reciproco. E in fondo alla strada ecco palesarsi il bagliore di Una luce, la luce del Tabor che  squarcia le tenebre del male e ci immerge nella vita di Dio. Il viaggio nella vita di don Giosy prosegue: io sono tanto giovane ma sono tanto vecchio dentro il cuore quel giorno ero triste e me andai, la strada per tornar non trovo più. Poi la Luce di Dio illumina la mente del giovane ragazzo smarrito e deluso: scopre Dio, si fida di Lui e conclude: sono pronto per il viaggio mio con Te.

Quante volta si inciampa, si inseguono falsi ideali, si pensa di aver raggiunto autosufficienza da Dio e dai prossimi. Si cade, si precipita nell’apatia, nello smarrimento nella disperazione, si perde il senso della vita. Dio ci prende per mano, ci guida per il mondo a modo suo e con Lui al fianco la paura svanisce e la vita risorge ogni giorno con Lui in Lui e per Lui.

 

Avevo tanta voglia di viaggiare
Tu mi dicesti: “Vai” e io partii
“Son vivo”, dissi allora ad una donna
A te, amico mio, pensaci tu

 

Io sono ancora giovane, Signore
Ma sono tanto vecchio dentro al cuore
Le cose in cui credevo mi han deluso
Io cerco solo amore e libertà

 

Prendimi per mano, Dio mio
Guidami nel mondo a modo tuo
La strada è tanto lunga e tanto dura
Però con te nel cuor non ho paura

 

Un giorno mi han proposto un altro viaggio
Il cuore mi diceva: “Non partire”
Quel giorno ero triste e me ne andai

La strada per tornare non trovo più

 

Per me vicina è ormai la grande sera
Il sole muore verso l’orizzonte
Io sento che il tuo regno è più vicino
Son pronto per il viaggio mio con te

 

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