Pasqua, festa dei macigni arrotolati di Claudio Albera
Pasqua, festa dei macigni arrotolati di Claudio Albera (F.M.C)
La Domenica di Passione, tradizionalmente chiamata Delle Palme, che rievoca l’ ingresso di Gesù a Gerusalemme, ci introduce nei riti della Settimana Santa, l’ultimo viaggio terreno di Gesù che si conclude con la salita al Monte Calvario. Il sacrificio della Croce è una “collocazione provvisoria” come la scrive don Tonino Bello, perché è soltanto il parcheggio momentaneo in attesa della glorificazione finale quando la pietra del sepolcro viene rimossa e il Figlio dell’uomo si ricongiunge con il Padre. La Pasqua di Resurrezione è il fondamento della fede cristiana: Dio si incarna in Gesù per farsi conoscere agli uomini, ne condivide la sofferenza e le angosce, per poi offrire all’umanità la certezza che esiste un riscatto finale, dove l’Amore di Dio regna per sempre e il male non ha più alcun potere.
Dio ci mostra come sia possibile far rotolare i macigni che affliggono la nostra vita, che ci chiudono e ci rendono prigionieri e questo si realizza soltanto imitando Gesù ovvero ascoltare la Parola di Dio, fidarsi di Lui e concretizzarla nella vita di tutti i giorni. Infatti, Dio ci offre l’opportunità di risorgere in Lui ma non ci obbliga a seguirlo a tutti i costi. I conflitti tra i popoli, l’emarginazione sociale, la povertà materiale, l’angoscia spirituale, sovente mettono alla prova la nostra fede: Dio è più che mai vivo e la resurrezione di Gesù è la nostra speranza perché anche noi possiamo risorgere con Lui e approdare ad una vita nuova; Gesù nella sua missione terrena ci ha indicato il sentiero da seguire per collaborare con Dio alla costruzione del suo progetto di amore e di pace.
Don Tonino Bello in una celebre omelia pasquale ci offre alcuni spunti di riflessione: la Pasqua è la festa dei macigni rotolati e noi per primi dobbiamo far rotolare le pietre Che ostruiscono il flusso dell’amore fraterno e che ci rendono ciechi e sordi al richiamo dei prossimi: sono i macigni dell’egoismo dell’indifferenza, dell’ambizione.
”La mattina di Pasqua le donne giunte all’orto videro il macigno rimosso dal sepolcro: ognuno di noi ha il suo macigno. Facciamo rotolare i nostri macigni e lasciamo scorrere l’ossigeno della carità che solo può cambiare il nostro cuore e il destino dell’umanità. E non abbiamo paura ma fidiamoci di Dio perché è Lui a darci la forza per rimuovere queste pietre dell’animo: pensiamo al calvario di Padre Arsenio che nella sua vita di sacerdote patì la calunnia, l’ingiustizia e l’offesa; non ebbe cedimenti e dubbi ma confidò sempre in Dio e rimosse la tentazione del risentimento e della vendetta ed ebbe misericordia anche nei confronti dei suoi denigratori. Se poi saremo capace come discepoli di Gesù di aiutare anche i prossimi a rimuovere le loro pietre sepolcrali del cuore, per citare ancora don Tonino, si ripeterà il miracolo della Pasqua di del Signore. Fare Pasqua con Cristo non è celebrare una ricorrenza liturgica ma immergersi in una vita nuova, per vivere una nuova Primavera dello spirito