Lettera da Laura (Mozambico) in occasione dell’assemblea

Carissimo Don Franco, carissima Comunità e Amici dell’associazione Kolbe,

sono commossa per la vicinanza che abbiamo sentito da parte vostra in occasione di questo difficile momento di transizione verso una “nuova terra” di missione, che non rappresenta solo una nuova area geografica, ma un nuovo orizzonte nel cammino della missione che, a Pemba, ho visto nascere, crescere e camminare per ben 25 anni, 18 dei quali con la preziosa presenza di Teresa e successivamente delle altre persone della nostra équipe missionaria: Ismael dal 2006, Marta dal 2010 e Stefania dal 2014.

In questo momento, come già sapete, Teresa ed io ci troviamo nella diocesi di Nacala, la piú vicina a Cabo Delgado, che é nel territorio della Provincia di Nampula. Abbiamo avuto giá un incontro con il Vescovo di questa Diocesi e stiamo valutando la possibilità di un’espansione della nostra missione anche in questa zona, probabilmente con un lavoro con i bambini di strada di Nacala, pur dando prioritá in questo momento al mantenimento di tutto ciò che a Pemba continua ad essere operativo con i nostri collaboratori mozambicani che sono una trentina. Ogni giorno dedichiamo molte ore al contatto con loro, tramite telefono, whasapp ed e-mail, e all’analisi delle informazioni e piani di lavoro che ci inviano puntualmente con molta professionalitá. Siamo nel tanto atteso momento della fase adulta, in cui siamo incoraggiate dalla presenza di alcuni coordinatori eccellenti.

La preoccupazione per ciò che potrà accadere a Pemba nei prossimi mesi é grande. I terroristi si sono infiltrati nella città mischiandosi alle decine di migliaia di sfollati e studiano il terreno. Alcuni analisti di questa guerra affermano che probabilmente, nel caso di Pemba, non avverrà un  assedio, ma potranno esserci vari attentati che destabilizzeranno totalmente la città, provocando ulteriori sfollati.  Speriamo che in questa situazione, ai nostri Centri sia possibile essere ancora un punto di riferimento per la popolazione più vulnerabile che non potrà scappare e che avrà bisogno di aiuto.

Le vostre preghiere in questo tempo difficile sono il sostegno più importante che potete darci. Grazie ad ognuno di voi.

Qui di seguito vi faccio una breve sintesi del lavoro che stiamo svolgendo a Pemba, in modo che possiate accompagnare meglio la situazione.

Prosegue il lavoro con i malati di lebbra nel Centro Lambaréné, dove accogliamo persone che hanno bisogno di cure intensive a causa delle ulcere e delle reazioni allergiche alla terapia o che sono particolarmente vulnerabili a causa dell’abbandono da parte della famiglia. Oltre all’alimentazione e l’accoglienza, il Centro offre assistenza medica, sostegno psico-sociale e opportunità di piccoli progetti per l’auto-sussistenza futura.

Il nostro collaboratore Sufo sta realizzando inoltre un ottimo lavoro di accompagnamento in una ventina di villaggi in cui esistono Nuclei dell’ALEMO costituti dalle persone con la lebbra o curati ma impegnati nell’associazione. Promuoviamo inoltre la scolarizzazione dei loro figli con un programma di sostegno scolastico. Vi invito a leggere l’articolo che Sufo stesso ha scritto dopo il lavoro realizzato fra marzo e aprile. All’inizio di giugno ripartirà per un secondo ciclo di visite di accompagnamento.

A Pemba continuano ad essere aperti i nostri quattro Centri per l’Infanzia e i Giovani.

Il Lar da Esperança é diventato il Centro di riferimento per tutti i bambini non accompagnati vittime della guerra. Nel secondo semestre dell’anno scorso ne abbiamo ricevuti 62. Quest’anno, ne abbiamo ricevuti giá una trentina, tutti in conseguenza del terribile attacco a Palma di fine marzo. L’Unicef, in partnership con il governo, sta identificando i bambini dispersi e lavorando per ritrovare al piú presto le loro famiglie in modo da riunirli ai genitori o ad altri parenti. Noi li accogliamo e offriamo loro tutta l’assistenza di cui hanno bisogno, inclusa quella psicologica.

Inoltre il Lar da Esperança continua le attività con 103 bambini orfani, che vivono con le loro famiglie ma durante il giorno vengono accompagnati con attività didattiche, assistenza medica e alimentare, quando é necessario, e formazione umana. A causa del Covid le attivitá devono essere peró di breve durata e in piccoli gruppi.

Il Centro Ricreativo “Okhaviherana” realizza attività con 240 bambini in situazione di povertà e rischio sociale del quartiere, 62 sono bambini sfollati che vivono insieme ai loro genitori, accolti nelle case di parenti o conterranei. Con questi ultimi si realizza un programma più completo di sostegno psico-sociale.

Anche in questo caso i bambini sono accompagnati con attività che devono essere svolte in piccoli gruppi e per breve durata, ma riusciamo anche a dare un accompagnamento sociale con visite alle loro abitazioni.

Il Centro “Talita Kum”  accompagna 42 ragazze adolescenti in situazione difficile con un bel programma che include sia la parte didattica sia il sostegno psico-sociale. In questo momento, a causa del Covid, non é possibile offrire programmi di formazione professionale, ma le ragazze svolgono altre attività artistiche che le motivano e le aiutano molto. La responsabile del Centro, Lúcia, é una giovane psicologa educazionale mozambicana molto allegra e motivante che si sforza di promuovere la frequenza a scuola e di combattere i matrimoni infantili.

Il Centro “Jovens de Esperança” sta accompagnando 44 ragazzi e ragazze delle scuole superiori con attività di formazione umana e studio. In questo momento, in cui é molto attivo il reclutamento da parte dei jihadisti dei giovani in situazione difficile o di povertà, accompagnare questi ragazzi, quasi tutti orfani o in situazioni socio-familiari instabili e precarie, é una grande sfida e ci permette, anche se in piccola misura, di proteggere questi giovani dagli artigli dei terroristi.

Il Programma “Talentos” quest’anno sta beneficiando di borse di studio universitarie per quattro giovani, tutti ex-allievi del Centro Ricreativo “Okhaviherana”. Due sono al terzo anno di Gestione del Personale, uno al secondo anno di Medicina e il quarto é al primo anno di Amministrazione Pubblica. Le università sono aperte e stanno funzionando sia in modo presenziale che on-line.

Il Programma “Casa Azul” ha dato accompagnamento ai bambini disabili nel villaggio di Murrebue e ad alcuni adolescenti sordo-muti di un quartiere periferico di Pemba fino al mese scorso. Abbiamo poi deciso di interromperlo perché diventava difficile accompagnare questo Programma a distanza.

Lo stesso é avvenuto con il Programma “Ultzama”, per i bambini denutriti. In questo caso abbiamo indirizzato i casi più gravi all’Unicef, che in questo momento é attiva sullo stesso territorio.

Il Programma “Uribe” è attivo e garantisce il materiale scolastico ai bambini piú carenti ed in difficoltá. Nel 2021 abbiamo un numero di 55 bambini e adolescenti sostenuti a scuola a Pemba e altri 206 nei villaggi.

Abbiamo anche un Programma nel Campo per rifugiati di Metuge, a circa 40 km da Pemba, che accoglie attualmente circa 40.000 sfollati. Per ragioni di sicurezza, essendo diventata rischiosa quella zona, abbiamo ridotto il nostro intervento ad un’unica attività: accompagniamo due gruppi di alfabetizzazione per le adolescenti del campo con un totale di 38 alunne. Le due insegnanti sono donne sfollate che vivono nello stesso campo e periodicamente si riuniscono con la nostra Coordinatrice Lúcia per programmare le attività, valutare il processo di apprendimento di ogni ragazza e preparare i temi di formazione umana più utili.

Continuiamo a mantenere accesa la speranza per i più piccoli, fragili e vulnerabili e a credere che l’Amore di Dio che ci abita e che eleva tutte le nostre preghiere ed azioni è capace di creare barriere di Luce che li proteggeranno.

Un grazie sincero ad ognuno di voi e buona assemblea!

Laura