Adolescence: uno sguardo su una psicoterapia lontana dalla nostra!

Adolescence è una miniserie Netflix composta da quattro episodi della durata di un’ora ciascuno, quattro ore totali per una risonanza finale amplificata a un’intensità indefinibile. Ogni episodio appartiene a un genere differente, pur mantenendo la medesima trama narrativa di base. Jamie è un ragazzo di tredici anni, con il mondo pulsionale di un adolescente e l’aspetto estetico di un bambino, che viene accusato di omicidio.
Il primo episodio è un poliziesco, il secondo una critica sociologica al sistema scolastico britannico in crisi, il terzo un thriller psicologico, il quarto un dramma famigliare.

Adolescence, la recensione: la serie tv che può salvare genitori e figli

Se pensiamo alla consultazione effettuata da Tommaso Senise, psicoanalista napoletano specializzato nel trattamento di minori gravemente disadattati e presentanti condotte delinquenziali, il quale pensiero è fondatore della nostra associazione, sicuramente il terzo episodio, ovvero l’esame psicologico, sarebbe stato gestito diversamente. Mancano infatti elementi caratteristici del nostro orientamento, quali lealtà, schiettezza e rispetto. Quando Senise incontrava i ragazzi accusati di atti criminali, egli riteneva fondamentale, al fine della stesura della relazione clinica, stabilire una relazione terapeutica “fondata sul non mentire mai, non esitando a rivelare anche verità sgradevoli, ma sempre in un clima di rispetto, che si concretizza in un invito a guardare dentro di sé, a divenire consapevole della propria situazione interna”. Questo non sembra avvenire tra la psicologa, Briony, e il ragazzo, Jamie, abbandonato alla sua stessa disperazione senza pietà, in un tentativo, forse, di mantenere la famosa neutralità dell’analista, che talvolta ha esito in  un atto di crudeltà egoistico.

La regia con piano sequenza non risparmia lo spettatore, costretto ad assistere senza poter distogliere lo sguardo da questa valanga di eventi che sfuggono di mano sempre più rovinosamente.

Di particolare rilievo l’ultimo episodio, concentrato sulla famiglia del ragazzo. Toccante e quasi insopportabilmente commovente l’onestà emotiva dei genitori, il padre in particolare, che chiude l’ultimo episodio in lacrime, “Mi dispiace, figlio. Avrei dovuto fare di meglio”.

Adolescence è il ritratto crudo e crudele di un’adolescenza senza risparmi, fatta di enorme desiderio, vergogna intollerabile, rabbia distruttiva e dolore nascosto. Il messaggio è ai genitori, l’importanza di vedere i propri figli al di là di ciò che lo sguardo esplicito rimanda.

Non possiamo che consigliare la serie, l’unione di una profondità tematica unita a una brillantezza tecnica e a una sorprendente capacità artistica, degli attori e dei direttori d’orchestra.